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Renzi-Emiliano, Patto per il Sud La solitudine del Gladiatore

Il testa a testa a distanza tra Matteo Renzi e Michele Emiliano continua senza tregua tra stoccate, fendenti e dichiarazioni al vetriolo. Sullo sfondo gli appuntamenti elettorali interni al PD, quelli amministrativi e la battaglia refenderia sulla riforma costituzionale.

Emiliano Renzi PD
 

Ma se quelli sono gli scenari di scontro in prospettiva, è sul fronte "Patto per il Sud" e relativo "Masterplan" - con la parentesi del referendum sulle concessioni petrolifere in mare - che si sta consumando, per il momento, il braccio di ferro tra i due leader del Partito Democratico, che inevitabilmente - però - li coinvolge nelle rispettive funzioni istituzionali di governo.

L'azione del Premier, da tempo, è tesa a isolare la frenetica attività del Governatore pugliese, al quale in ogni modo cerca di far rivestire i panni metaforici di un Enrico IV in attesa penitenziale al Castello di Canossa. Con grande abilità non manca occasione per fare in modo che il progressivo "isolamento" del Gladiatore sia ogni giorno più evidente, mentre sul fronte opposto - dall'arena levantina - il ripetersi del lamento-accusa del mancato dialogo "perdurante", rischia di ritorcersi come "evidenziatore" dei progressi strategici del primo.

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L'ennesima tenzone sulla firma del Patto per Sud, porta Matteo Renzi ad andare personalmente a Matera a raccogliere la firma del Masterplan per la Basilicata. Dove l'accordo è stato sottoscritto anche dal governatore lucano, Marcello Pittella (Pd), alla presenza del sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti.

"Io al suo posto avrei firmato. E' un peccato che un presidente di Regione rinunci così a soldi destinati alla sua terra e ai suoi cittadini. Emiliano ha perso un'occasione", non ha mancato di sottolineare il presidente del Consiglio, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul governatore della Puglia Michele Emiliano, intenzionato a non firmare il Patto per il Sud. L'impressione è stata che la puntata tra i Sassi avesse questo obiettivo principale: bacchettare Emiliano.

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Il quale da Bari torna a rispondere: "Io non ho firmato il Patto per il Sud perché nella sostanza non aggiunge nulla a ciò che noi abbiamo già ottenuto e a quello che abbiamo il diritto di ottenere".

"Se io firmo il patto per il Sud - spiega e precisa Emiliano - partecipo ad un meccanismo di comunicazione che dà l’impressione che io abbia ottenuto chissà che cosa in più rispetto al dovuto. E' evidente che sto facendo cattiva informazione e in più sottoscrivo un forte abbattimento del denaro del Fondo di sviluppo e coesione, che secondo la legge italiana ammontava a 58 miliardi di euro, poi scesi a 38 e ora la suddivisione per il patto del Sud di quel fondo dovrebbe essere da 12,8 mld e, quindi, noi dobbiamo firmare praticamente la riduzione ad un terzo di quelle che erano le somme destinate al Mezzogiorno".

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La situazione ovviamente non sfugge alle opposizioni in Consiglio regionale, che colgono al volo l'occasione per attaccare il presidente Emiliano: “Come mai gli altri governatori del Sud, tutti del Pd, non condividono le posizioni del presidente pugliese?”, chiede a gran voce il presidente del Gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo.

Che poi aggiunge: “Emiliano continua a ripetere che non intende firmare per la Puglia un Patto per il Sud con un Governo che ha ‘saccheggiato’ l’iniziale importo previsto per ridurlo a poco più di 12 miliardi rispetto agli oltre 50 inizialmente previsti".

"E tutti gli altri governatori e sindaci del Pd, a cominciare da quello di Bari, Antonio Decaro, che lo firmano, non sono a conoscenza di questo ‘scippo’? E come mai Emiliano non è riuscito a diventare il leader di una battaglia per il Sud, tirando dalla sua parte Pittella della Basilicata o De Luca della Campania o Crocetta della Sicilia o Oliverio della Calabria?"

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"Sia sul Sud e sul presunto scippo - prosegue Zullo - sia sulle Trivelle Emiliano resta il ‘gladiatore’ solitario nell’arena del suo Partito democratico. E allora la sensazione è che la firma non viene messa perché questo comportamento contro il Governo altro non è che lo scontro politico interno al Pd fra Emiliano e Renzi".

"Il primo non vuol concedere al secondo la passerella sotto i riflettori in Puglia che - secondo il presidente  di CoR - significherebbe di fatto ‘ringraziare’ il Governo per quello che sta facendo per la Regione Puglia, se Emiliano lo facesse perderebbe la sua visibilità, soprattutto sul piano nazionale. Lo scontro, invece, gli continua a dare grande ‘pubblicità’ e lo fa diventare l’anti Renzi italiano".

"Ora alla Puglia e ai pugliesi tutto questo non interessa", conclude Zullo, "Un governo regionale e un governo nazionale devono dialogare al di là degli schieramenti politici. Ben lo aveva capito Vendola che con l’allora ministro Fitto riuscì a tessere un dialogo proficuo per i fondi CIPE per il Sud e quindi per la Puglia. Pensavamo che con Vendola avevamo il governo peggiore…siamo caduti dalla padella alla brace!"

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: Introna: "Renzi e i fondi alla Puglia, un supplizio di Tantalo"

 

 

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