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Ryanair-Aeroporti di Puglia Un contratto da rivedere

Assodiamo subito una cosa: il turismo generato dai voli low cost pieni di italiani, che partono e tornano per vacanze consumate "altrove", non genera ricchezza interna, lo fa soprattutto per altri, lasciando solo briciole agli operatori di casa.

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Certo, crea opportunità per aeroporti e società di servizi collegati, ma è ben altra cosa dal turismo inteso come motore di sviluppo e crescita del Paese.

Innegabile che l'arrivo della compagnia irlandese Ryanair in Puglia abbia segnato una svolta, "pesante e significativa", nei numeri e nella qualità del traffico aeroportuale di Bari e di Brindisi, così come è ovviamente comprensibile che modi per rendere stabile e conveniente la scelta pugliese della compagnia aerea vadano sostenuti e potenziati: in un'ottica di reciproco interesse, nel quadro naturalmente del libero mercato e del rispetto delle indicazioni comunitarie.

Il problema non è solo nostro. E sul mercato, sia nazionale che internazionale, la lotta è accesa, anche e soprattutto nella creatività delle forme più o meno evidenti di incentivazione commerciale a vantaggio dei relativi territori.

Ryanair Puglia Emiliano
 

Altrettanto comprensibile è la prudenza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nella gestione del contratto proprio con Ryanair, che non bisogna dimenticare è sotto indagine della Magistratura, per cui qualsiasi tipo diretto o indiretto di avallo, da parte della nuova amministrazione, potrebbe prospettare coinvolgimenti conseguenti, che si cercano di tenere il più lontano possibile.

Nel contempo, volendo salvaguardare indici di traffico e rapporto con la Compagnia - che comunque non può rimanere nella forma e nelle premesse unico o monopolistico - lo sforzo va concentrato nel ricercare forme "legali" di sostegno o incentivazione, che i fatti dimostrano essere moltiplicatori di risultati e benefici per l'intero comparto economico e turistico della regione, fino a rapporti di 1a 20.

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Dove sta il paradosso o, meglio, dove s'inceppa tutta la faccenda? In quello che è stato definito l'escamotage per non far rientrare l'investimento nei cosiddetti "aiuti di Stato".

È un gioco delle parti, quello dei contratti con Ryanair, che a Bruxelles conoscono molto bene, e che in definitiva tollerano, a patto che le formule adottate si rivelino "sostenibili" rispetto ai limiti imposti dalla normativa comunitaria. In pratica, prendiamoci pure in giro, ma in modo "elegante"..

Quindi, pagare un banner promozionale delle bellezze di Puglia non è compito di una società aeroportuale. Promuovere la Puglia sul sito di una Compagnia aerea che, concretamente, sviluppa un traffico più di outgoing che di incoming è di evidente contraddizione. Lasciare che a dettare le condizioni sia solo il potere contrattuale di Ryanair denota forme di debolezza istituzionale, che è tempo, forse, di emendare con equilibrate forme di innovazione contrattuale.

Montezemolo treno
 

I rischi all'orizzonte per la Puglia sono evidenti, le manovre lobbystiche di interdizione sono già state attivate, e i richiami delle "sirene" si fanno sempre più ammalianti: il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha già segnalato la disponibilità di Alitalia, dimenticando da un lato che proprio la Puglia è tra le più penalizzate dalle nuove politiche ferroviarie di Trenitalia, dall'altro che gli indici tariffari delle varie Frecce sui binari poco hanno da spartire con quelli quotidianamente proposti dalla galassia delle offerte low-cost.

(gelormini@affaritaliani.it)

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