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Salento, CRIFIU: dal sogno al brand col futuro nelle radici

Crifiu nasce dal sogno comune della band salentina composta da Andrea Pasca, Luigi e Sandro De Pauli, Enrico Quirino, il cui nome all’inizio era un acronimo, ma ora non lo è più. Un acronimo che rappresentava la musica che eseguivano alle origini, e voleva dire: “Cricca folkloristica irlandese utopista”. In pratica, le loro radici: poi, nel tempo, suonando fuori dalla Puglia e rendendosi conto che Crifiu sembrava più una parola dialettale - proprio per il suono - hanno deciso di togliere i puntini dell’acronimo, facendola diventare una parola nuova, oltre che il brand che attualmente li identifica.

Crifiu mondo

Forti di una sonorità energica e coinvolgente, che esalta il messaggio dei testi e comunica entusiasmo, malgrado l’opacità della realtà che ci circonda e a cui le canzoni fanno riferimento, i Crifiu esaltano la vita in tutte le sue forme e con tutti i suoi problemi: perché “ogni giorno è un buon giorno per andare avanti”. Ci sono le fake news, il lavoro precario, l’immigrazione, la disabilità ma, soprattutto, c’è buona musica e tanta speranza in un futuro migliore.

”Ma che cos’è? Questa festa che cos’è?/ se ti avvicini a me e mi sfiori l’anima/ e non finisce questa festa, non finisce...”

Raccogliendo il loro invito cerchiamo di avvicinarci e di festeggiare con loro:

“Il mondo dentro” è il vostro cd di quest’anno ma suonate insieme dall’inizio del millennio cosa è cambiato nella vostra musica e cosa vi accomuna dal vostro esordio?

Si “Mondo Dentro” è il nostro nuovo album e il progetto Crifiu nasce nei primi 2000, quando adolescenti, abbiamo deciso di dare voce al nostro Sogno e - come gruppo di amici prima e di musicisti poi - abbiamo iniziato a scrivere le nostre canzoni per portarle in giro per l’Italia. E’ questo quello che è rimasto sempre vivo e che ci accomuna: il Desiderio, ovvero l’idea attorno alla quale orbita l’intero nostro nuovo album. Dare forma al proprio Desiderio, inteso come vocazione, talento, inclinazione che ognuno di noi ha e a cui bisogna dare ascolto. Un desiderio che è sempre cresciuto perché la passione iniziale, con gli anni, si è rafforzata ed è diventata un lavoro e, come spesso ci capita di dire, se in qualche modo può essere sfiorata l’idea di Felicità, essa si trova proprio nel fare quello che piace, tradurre una passione in un mestiere e amare il mestiere che si fa. Dare voce al proprio Desiderio, che ci abita e ci anima, può costare fatica ma è l’unico modo per accarezzare, appunto, la Felicità. Tutto questo con l’evoluzione e la maturità di un progetto, che ha avuto sempre come stella polare la ricerca di nuovi suoni e parole, capaci di guardare il Mondo, essere sintonizzato su di esso e raccontarlo con la propria identità.

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Nelle vostre canzoni, ci sono il pop e il rock e vi confluiscono varie influenze dalle sonorità popolari salentine a quelle più marcate irlandesi (stile Modena city Remblers), alla canzone d’autore (penso a Guccini) fino alle citazioni classiche come nei momenti d’oro delle varie “Posse” italiane. Quale genere vi appartiene di più o, semplicemente, in quale vi riconoscete maggiormente?

Abbiamo cercato sempre di mescolare le carte, oltre le etichette e i singoli generi, oggi più che mai: unire i suoni, le atmosfere dei diversi angoli musicali del mondo, attingere alla ‘world music’ internazionale e declinarla con un linguaggio contemporaneo fatto di synth e computer. Siamo cresciuti con i grandi cantautori italiani, Guccini in primis, e da loro cerchiamo di cogliere la forza delle parole e dei suoni delle stesse, coniugandola ai nostri tempi, l’importanza della musica nella vita e la musica come espressione culturale. Non abbiamo mai seguito mode effimere e gusti del momento, ma abbiamo sempre ascoltato i tempi e, da sempre, raccontiamo quello che più ci ispira, ascoltando tanta musica diversa, partendo dal Mediterraneo, mare di culture e lingue che si incontrano e di cui siamo bagnati dalla nascita - e ancor prima - per fare il giro del mondo. Nel nostro album c’è l’Africa e il rock, il pop e le incursioni rap e hip hop, sfumature di Cumbia sudamericana e sperimentazioni sonore. Tutti elementi che disegnano il “suono” dei CRIFIU, mantenendone freschezza e intuizione, per affrescare nuovi orizzonti e cercare strade inesplorate. E’ viva in noi la voglia di guardare al mondo, al diverso e di disegnare la nostra identità come dialogo tra le alterità: “Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa” è l’illuminante chiasmo di Vittorio Bodini da tener sempre vivo nella nostra memoria.

“Il mondo dentro” è una canzone profonda e delicata, a cui prendono parte anche i “Sud Sound System”. Come è nata questa collaborazione e quella con Carlo Luccarelli per “Io posso”?

“Mondo Dentro” è la title-track e singolo di lancio dell’album, una canzone simbolo, dalle sonorità radiofoniche, che sintetizza l’intero concept del disco: è un invito a trovare, attraverso il proprio talento e Desiderio, la strada per ritornare a splendere, una sorta di “Filo di Arianna”, che ci permette di uscire dallo smarrimento del proprio labirinto e approdare alla luce. In questo abbiamo coinvolto i nostri amici Sud Sound System, capostipiti del solare ‘Raggae Made in Italy’ che, dopo la collaborazione di Nandu Popu in Rock & Raï, tornano a lavorare con i Crifiu con le loro incursioni dialettali, per un brano tutto da ballare e da “pensare”. L’intero disco, come spesso ci capita quando lavoriamo in studio, è arricchito da tanti ospiti: dalla voce dello scrittore Carlo Lucarelli in “Io Posso”, grazie alla collaborazione del nostro produttore artistico Kaba Cavazzuti, ai conterranei Canzoniere Grecanico Salentino e alla voce di Napoli Valerio Jovine, della famiglia 99 Posse. Coinvolgere altri artisti, che apprezziamo, è un modo di lavorare che ci piace molto, perché è condivisione e ricchezza, una strada che ci fa crescere umanamente e artisticamente.

I temi trattati nei vostri testi sono diversi, ma affrontano la realtà in cui viviamo con una nota positiva anche quando si tratta di lavoro precario, fake news, guerra (il clown di Aleppo) o immigrazione (Eva era Nera), la musica vi dà forza e speranza o il vostro è solo un auspicio per chi vi ascolta?

Cerchiamo di avere le antenne puntate sul mondo e di sintonizzarci sulla contemporaneità, attraversando i tempi che mutano con il proprio stile e linguaggio, dignità e identità, aprendoci alle novità più interessanti senza seguire il “virale” del momento. In questo disco affrontiamo, come sempre, tematiche diverse e attuali, per alcuni: sociali, per noi: semplicemente umane. L’approccio è quello di trovare nelle difficoltà e nelle crisi, il superamento delle stesse, di mantenere viva la fiamma, di riaccendere il fuoco attorno a cui ritrovarsi, insieme. Umani in dialogo con questo pianeta, di cui non siamo i proprietari. I temi sono tanti, dalla precarietà che da lavorativa si fa esistenziale, alle menzogne social, di cui siamo così tanto imbevuti che ad essere fake non è più solo la semplice notizia in sé, ma l’intera immagine che si vuole dare di sé; il dialogo tra le culture in “Eva era Nera” in cui semplicemente ricordiamo che veniamo tutti dall’Africa e l’appello alla Bellezza in “Tutte le Strade portano a Mare”, un invito a difendere l’Ambiente e custodire la Vita. Più che uno sguardo positivo sulle cose è il Pessimismo della Ragione e l’Ottimismo della Volontà che ci guidano perché, in fondo, cantare, suonare e danzare - per noi che veniamo dal Salento - è l’antico modo che conosciamo di sputare il veleno e continuare a sorridere.

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Tra le vostre esperienze ci sono i tour nazionali e il concertone del Primo Maggio a Roma. Qual è il vostro desiderio per il nuovo anno?

Come sempre fare musica, suonare dal vivo con un nuovo tour in allestimento e che continua a portarci in giro per l’Italia e oltre i suoi confini, lavorando a nuove cose. Il palco e lo studio sono i nostri habitat naturali dove diamo voce al nostro Desiderio. Seguite il nostro sito ufficiale www.crifiuweb.com e le nostre pagine social su Facebook, Instagram, Youtube e Twitter, cliccando CRIFIU per rimanere aggiornati sulle nostre attività.  

Infine cosa qual è, oggi, il nuovo significato dell’ormai brand CRIFIU?

Si racconta che il nome fu sognato: indica il gruppo e la sua musica, come la parola pane indica il pane e la parola vino indica il vino. Cercando su Google CRIFIU compariremo noi, nessun altro, le nostre pagine, il nostro progetto e le nostre attività: una bella forma di comunicazione e promozione ante litteram, ideata ancor prima che Internet e i Social fossero parte della nostra quotidianità e del nostro linguaggio.

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