San Severo dopo il Ghetto
La malavita spara su PS
Dopo l'incendio del Gran Ghetto, a San Severo la malavita spara sulle auto della Polizia. La stretta sulla criminilità provoca reazioni.
La stretta sulla crimininalità nel cuore della Capitanata garganica e subappenninica provoca reazioni veementi da parte della malavita locale a della criminalità più o meno organizzata. Dopo l'increscioso ennesimo incendio al Gran Ghetto di Rignano G.co - in piena operazione di sgombero dei migranti verso altre strutture più accoglienti - che è costato la vita a due persone, a San Severo si spara sulle auto della Polizia.

Su quest'ultimo grave episodio accaduto a San Severo (Fg), con proiettili esplosi all'indirizzo di una vettura della Polizia, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commenta: "Ho lavorato tanti anni gomito a gomito con Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza e so bene che episodi di questo tipo non spostano di una virgola l'impegno, lo spirito di servizio, la professionalità ed anche i sacrifici che le donne e gli uomini delle forze di polizia profondono ogni giorno".
"È altrettanto evidente che la provincia di Foggia sia un territorio molto delicato - aggiunge il Governatore - con una presenza mafiosa e criminale che preoccupa tutti e che quindi necessita di una attenzione maggiore ed immediata da parte del Governo".

"Su questi temi, al di là di qualcuno che biecamente prova a gettare benzina sul fuoco - precisa Emiliano - la cittadinanza, le amministrazioni locali ed il mondo politico pugliese sono uniti. Al Questore di Foggia, Piernicola Silvis, alle donne e gli uomini della Polizia di Stato impegnati su quel territorio va tutto il mio incoraggiamento ed il mio ringraziamento per quanto fanno quotidianamente”.
Alquanto duro il comunicato sindacale della Confederazione Autonoma di Polizia in merito al grave episodio criminale di San Severo: “Un attacco alla Stato che non ci intimorisce, ma anzi accrescerà la determinazione per riportare la legalità in quel territorio“.

“Bene ha fatto il Ministro dell’Interno a decidere l’invio di personale nel foggiano - spiega il Segretario Nazionale della Consap Stefano Spagnoli - perché la risposta dello Stato è necessaria per restituire fiducia ai cittadini. Certo che se tanta solerzia nello schierare il plotone si potesse concretizzare anche da parte del Governo in un maggior rispetto per le divise tagliate fuori da un riordino delle carriere calato dall’alto e senza incentivi alla truppa; o da trattative per il contratto di lavoro che la ministra non convoca o anche in un necessario e non più rinviabile potenziamento adeguato dei mezzi operativi si potrebbe fare di più e meglio”.
Il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato infatti vuole farsi portavoce anche del malessere che pervade il personale dopo il varo dei riordino delle carriere, salutato con enfasi dal Governo ma che di fatto non ha assolutamente appagato le legittime aspirazione di un personale da oltre 20 con le carriere bloccate: “Le scarse attenzioni dei governi che si sono succeduti in questi anni - prosegue Spagnoli - sono aggravate dalla schizofrenia di una certa Magistratura che non appare più in grado di affermare la Giustizia; con criminali liberati dopo mezza giornata dall’arresto e conclavi togati in cui non ci si fa scrupolo di addossare alle Forze dell’ordine accuse di inefficienza ed incapacità; sfruttando anche un guardasigilli impegnato più dalla campagna politica per le primarie che nel frenare l’incontinenza di alcuni magistrati”


Intanto, dal fronte sindacale una dichiarazione congiunta commentava l'accaduto: "Altre due vite spezzate dall'intreccio tra criminalità organizzata e disperazione. Non si può continuare così - hanno dichiarato Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, Stefano Mantegazza, segretario generale Uila e Gianni Ricci, segretario generale Uil Foggia, sull'incendio che ha ucciso due persone nel "Gran Ghetto" in agro di San Severo.

"Non possiamo continuare ad assistere impotenti, a indignarci e a versare lacrime inutili. Barra dritta e con convinzione procediamo nella direzione dello sgombero di tutti i ghetti della Capitanata", hanno affermato Loy, Mantegazza e Ricci secondo i quali è necessario "perseguire con ancora più forza chi specula sul bisogno e costringe centinaia di immigrati a permanere in un ghetto chiuso alcuni giorni prima. Occorre combattere la criminalità organizzata e far rispettare le leggi e, sotto questo profilo, va garantito il massimo supporto all'azione delle forze dell'ordine. Applichiamo la nuova legge sul caporalato, sollecitiamo l'applicazione di procedure e protocolli etici in materia di trasporto, integrazione, inclusione. Impegniamoci ad applicare il "protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura".
Con l’obiettivo comune di essere fare rete, attivando progetti per migliorare le condizioni dei lavoratori e togliere spazio a chi li sfrutta, hanno aggiunto: “Per debellare alla radice il lavoro nero e dare le risposte di civiltà che il paese richiede, non è sufficiente la sola repressione. Per questo continueremo a insistere nei confronti del Governo, delle istituzioni regionali e soprattutto delle associazioni datoriali (Confagricoltura, Coldiretti e Cia) affinché la Rete del lavoro agricolo di qualità possa essere attivata in tutti i territori, in particolare lì dove la piaga del lavoro nero è maggiormente presente. Siamo, infatti, convinti che solo creando un sistema di gestione del mercato del lavoro trasparente e alternativo al Caporalato sarà possibile dare le risposte che sia le imprese che i lavoratori si aspettano".

"Tramite la Rete - hanno poi proseguito - va inoltre istituito un sistema di trasporti per il lavoro agricolo sostenuto anche da risorse pubbliche. Potranno essere autobus che portano gratuitamente i braccianti sui luoghi di lavoro (al posto dei carissimi servizi di trasporto offerti dai caporali), o ambulatori mobili, alloggi
Ma non è tutto. "La questione va affrontata in un'ottica globale", hanno ribadito Loy, Mantegazza e Ricci. Infatti, per il segretario confederale Uil, il segretario generale Uila e il segretario generale Uil Foggia "ora occorre raccordare l'azione di Regione, comuni, prefetture, forze dell'ordine, imprenditoriali e sindacati. Va definita una road map per lo sgombero di tutti i ghetti. Perché se non si arriva a questa conquista, non sarà possibile garantire condizioni di vita più dignitose e reale integrazione a questi lavoratori".
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato in precedenza: "La mafia sociale", il libro del Procuratore di Lucera Domenico Seccia