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Scuole chiuse, note di Rospi (Ppe), D'Attis (FI) e ANP Puglia

Diverse le reazioni al provvedimento di sospensione delle attività scolastiche adottato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha suscitato quella anche del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina.

Rospi scuola

Il deputato lucano ma residente in Puglia, Gianluca Rospi presidente di Popolo Protagonista, sottolinea che: “L’ordinanza del governatore Emiliano, che sospende l’attività didattica in presenza nelle scuole pugliesi di ogni ordine e grado, è assolutamente sproporzionata, soprattutto in riferimento alle elementari e medie, plessi scolastici locali che non vanno a incidere sul trasporto pubblico, vero tallone d’Achille tra i servizi essenziali collegati alla didattica. Finanche Francia e Germania, nonostante il lockdown soft appena dichiarato, terranno aperte le scuole nel rispetto delle più severe misure di sicurezza”.  

"La scelta del presidente pugliese è conseguenza dell’immobilismo del governo regionale negli ultimi mesi, - ha aggiunto Rospi - forse perché impegnato nella ricerca di consensi in campagna elettorale. La salute pubblica resta focale e prioritaria, tuttavia la Regione Puglia non è intervenuta per migliorare il trasporto pubblico pugliese locale e scolastico, occasione di contatti promiscui e terreno fecondo per la diffusione del virus. Per non parlare della gestione del tracciamento dei contagiati, fallimentare in Puglia come in tutta Italia”.

“Chiudere un settore come la scuola è un fallimento dell’intera catena di comando ha concluso Rospi - la mia solidarietà al corpo docenti e agli operatori scolastici, che da oggi ripiombano nel caos più totale”.

D'Attis mascherina

Anche il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, è intervenuto con una nota sulla questione: “Il diritto all’istruzione è un diritto che consente alla comunità di avere un futuro e la decisione del presidente Emiliano di chiudere le scuole è stata evidentemente bocciata dal Ministro Azzollina". 

"Le sue dichiarazioni sono preoccupanti - ha sottolineato D'Attis - perchè denunciano, senza mezzi termini, che il problema vero è l’organizzazione del sistema sanitario da parte della Regione Puglia e non le scuole aperte o chiuse. La domanda, allora, sorge spontanea: la posizione del Ministro Azzollina è la posizione del Governo Conte?”.

Mentre con altra nota l'ANP Puglia, Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (già Associazione Nazionale Presidi) - dopo aver partecipato all’incontro in videoconferenza svoltosi, su convocazione del direttore dell’Ufficio Scolastico regionale, con gli assessori regionali all’istruzione, alla sanità ed ai trasporti, e le organizzazioni sindacali del comparto e dell’area Istruzione e Ricerca - ha espresso un giudizio negativo sull’ordinanza del Presidente della Giunta Regionale della Puglia n. 407 del 27.10.2020, resa nota ieri sera 28 ottobre e che sarà in vigore dal 30 ottobre.

I motivi sono stati elencati da Roberto Romito, Presidente regionale ANP Puglia: "L’ordinanza limita quasi fino ad annullarla l’attività didattica in presenza delle scuole di ogni ordine e grado (infanzia esclusa), sulla base di una non dimostrata relazione che intercorrerebbe fra l’esercizio di una tale attività e il preoccupante aumento dei contagi da Covid-19 in Puglia.

ANP Puglia

Tale aumento è invece sensibilmente correlato, come lo stesso Presidente Emiliano aveva già riconosciuto nel motivare le due precedenti ordinanze n. 307 e 399, al “notevole aumento dell’utilizzo dei mezzi pubblici registrato in concomitanza della riapertura delle scuole".

"Ad una causa, cioè, esterna alle attività scolastiche. Da questo utilizzo dei mezzi pubblici deriva un aumento del rischio di contagio a causa degli assembramenti di utenti (studenti delle superiori, soprattutto, lavoratori e cittadini) che si verificano nelle ore di punta del servizio di trasporto pubblico. Rischio che va ad aggiungersi ad altri dello stesso tipo a seguito della frequentazione, da parte degli studenti, di altri luoghi esterni alle scuole in orario non di lezione.

Il rischio legato all’utilizzo dei mezzi pubblici era facilmente prevedibile, tanto che se ne era discusso anche al tavolo regionale da luglio in poi in vista della riapertura delle scuole. Tutti coloro che se ne sono occupati hanno giustamente sostenuto che si dovesse realizzare un robusto incremento delle corse per diminuire l’affollamento, ma nulla o quasi è stato fatto in questa direzione da Regione e Province, nonostante i dati sull’entità e le modalità dell’utilizzo del trasporto pubblico locale da parte degli studenti fossero noti da tempo.

Anche il Governo aveva riconosciuto questo problema come attuale e produttivo di rischio. Infatti l’ultimo DPCM del 24 ottobre, attualmente in vigore in tutto il Paese, ha disposto l’obbligo della didattica digitale integrata per almeno il 75% delle attività didattiche delle scuole superiori, lasciando in presenza tutti gli alunni del primo ciclo, la cui mobilità per recarsi a scuola impatta notevolmente di meno (o quasi per nulla, per talune fasce di età) sull’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, rispetto a quella degli studenti del secondo ciclo.

Romito

Il DPCM faceva salva inoltre, in qualche modo, anche l’autonomia delle scuole nel gestire in presenza il restante 25% in relazione alle effettive esigenze didattiche delle scuole stesse. L’ordinanza n. 407, invece, dispone la didattica digitale integrata (a distanza) per tutti gli ordini di scuola, incluso il primo ciclo, con l’esclusione delle attività laboratoriali, da farsi in presenza. Dispone, altresì, la presenza a scuola degli alunni con bisogni educativi speciali".

L’ordinanza, secondo ANP: "Crea inoltre ulteriori problemi per la già problematica gestione delle scuole, interrompe le attività faticosamente messe in piedi dalle scuole, la cui organizzazione, costata tantissimo tempo e fatica ai dirigenti ed al personale che hanno lavorato fin dai tempi del lockdown per preparare l’avvio in sicurezza di questo anno scolastico, viene oggi travolta da uno tsunami di norme emergenziali (3 DPCM e 3 diverse ordinanze regionali in soli 15 giorni!), tra le quali si inserisce quest’ultima, improvvida, ordinanza.

Azzolina banchi

Di fatto si continua a svilire l’attività posta in essere dalle scuole e se ne sancisce la subalternità ad un evidente scontro politico tra governo centrale e governi locali. L’ordinanza crea anche problemi all’utenza del primo ciclo, poiché i genitori che lavorano dovranno assicurare, invece, la vigilanza sugli alunni che saranno lasciati a casa dall’oggi al domani. Crea inoltre una marcata differenziazione nel trattamento degli alunni con bisogni educativi speciali rispetto agli altri alunni, che mina e rende più difficoltosa l’attuazione dei principi di inclusione scolastica.

Chiede alle scuole di assolvere a compiti non di propria competenza, come la segnalazione del numero degli studenti e del numero di personale scolastico positivi o in quarantena, dati invece che devono essere forniti dal Dipartimento Regionale alla Salute alle scuole, e non il contrario.

Per i motivi esposti, ANP Puglia, organizzazione sindacale e professionale maggiormente rappresentativa della dirigenza scolastica, ha chiesto al presidente Emiliano il ritiro dell’ordinanza n. 407 del 27.10.2020 ed il ripristino della precedente ordinanza n. 399 del 25.10.2020".

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: Scuole chiuse, la 'lectio' epidemiologica di Lopalco al ministro Azzolina

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