Negli ospedali si combatte una guerra col Coronavirus, mentre nel mondo della Scuola non si riesce a trovare il bandolo per un equilibrio funzionale alla drammaticità del momento e all'efficacia delle misure di contenimento della stessa pandemia.
Ad accentuare la confusione anche le diverse sentenze dei TAR di Puglia, in merito alla sussistenza o meno dell'ordinanza del presidente Emiliano del 28 ottobre - sulla chiusura delle scuole fino al 24 novembre - più restrittiva delle indicazioni contenute nel DPCM del 3 novembre scorso.
“Chiediamo il ritiro dell’ordinanza e l’applicazione del dpcm”, avevano chiesto i sindacati della Scuola, a cui aveva fatto da apripista un ricorso presentato al Tar dal Codacons insieme a un gruppo di genitori.
I giudici della terza sezione del tribunale amministrativo hanno deciso di accoglierlo, con tale motivazione: “L’ordinanza del Presidente della Regione Puglia, con cui è stata disposta la didattica integrata per tutte le scuole di ogni ordine e grado sul territorio regionale, ad eccezione dei servizi per l’infanzia, interferisce, in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal sopravvenuto dpcm 3 novembre 2020″.
Il provvedimento, spiega il Tar, “colloca la Puglia tra le aree a media criticità (zona arancione) e persino per le aree ad alta criticità (zone rosse) esso prevede la didattica in presenza nelle scuole elementari”. Per gli stessi giudici: “Non emergono ragioni particolari per le quali la Regione Puglia non debba allinearsi alle decisioni nazionali in materia di istruzione”.
Nel contempo, invece, la sezione del Tar di Lecce nsi è espressa in modo opposto sul ricorso presentato da altri sedici genitori. Il presidente del Tar salentino, Eleonora Di Santo, ha rigettato la domanda cautelare con ben altra motivazione: “Ritenuto che il necessario contemperamento del diritto alla salute con il diritto allo studio, nella attuale situazione epidemiologica, vede prevalere il primo sul secondo; che comunque resta parzialmente soddisfatto attraverso la didattica a distanza - attesa la necessità - in ragione del numero complessivo dei contagi. Cosa da apprezzare, tenendo conto della capacità di risposta del sistema sanitario regionale, di contenere il rischio del diffondersi del virus”.
Il Tribunale amministrativo di Lecce ritiene, inoltre, che poiché “Il provvedimento impugnato ha una efficacia temporale limitata“, fino al 24 novembre, “suscettibile anche di riduzione in base alla valutazione dell’impatto delle misure assunte sull’evolversi della situazione epidemiologica, le prioritarie esigenze di tutela della salute possano giustificare un temporaneo sacrificio sul piano organizzativo delle famiglie coinvolte”. L’udienza collegiale di merito è quindi fissata per il 25 novembre.
Il presidente Emiliano si è detto pronto a emanare nelle prossime ore una nuova ordinanza su scuole e didattica in presenza, che entrerà in vigore da lunedì 9 novembre. Lo ha fatto sapere in una comunicazione trasmessa al direttore generale dell’Ufficio scolastico pugliese, Anna Cammalleri: “Nelle more dell’adozione di specifica ordinanza in via di pubblicazione che entrerà in vigore lunedì 9 novembre, le scuole dovranno attenersi al modello organizzativo in essere anche al fine di non disorientare l’utenza”.
Commentano la situazione i consiglieri regionali di Forza Italia Giandiego Gatta, Stefano Lacatena e Paride Mazzotta con i parlamentari pugliesi di FI Mauro D’Attis, Dario Damiani, Francesco Paolo Sisto, Vincenza Labriola, Elvira Savino e Carmela Minuto.
“Con le sentenze odierne delle due sezioni del TAR, che hanno assunto posizioni opposte, la scuola in Puglia è nel caos totale e per responsabilità esclusiva di Emiliano. Il governo Conte intervenga a dirimere la questione perché i cittadini, persone offese di queste follie, non ci capiscono più niente”.
“Chiediamo all’esecutivo di fare chiarezza - aggiungono gli azzurri - laddove persino i giudici amministrativi si dividono, prendendo strade diametralmente opposte su scelte originali quanto incomprensibili. È necessario, a questo punto, che si assumano la responsabilità di ogni decisione il presidente del Consiglio dei Ministri, anche compulsando il presidente della Regione Puglia ed il ministro degli Affari Regionali, che presiede anche la Conferenza Stato-Regioni".
"Lo facciano immediatamente - concludono gli esponenti pugliesi di Fi - perché gli insegnanti, le famiglie e gli alunni pugliesi adesso sono veramente esausti e i loro diritti versano in gravissimo pericolo“.
(gelormini@gmail.com)
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