Taranto, Bitetti ritira le dimissioni: 'Basta promesse, la svolta sia vera!' - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 23:37

Taranto, Bitetti ritira le dimissioni: 'Basta promesse, la svolta sia vera!'

Il sindaco di Taranto ritira le dimissioni, riprende la fascia tricolore e va a Roma al Mimit, ma non firma l'Accordo di Programma per l'ex-Ilva.

La piega degli eventi ha seguito la rotta prevista: Piero Bitetti - dopo il Consiglio comunale annullato - ha ritirato le dimissioni e ha deciso di recarsi a Roma, con la ferma intenzione di rappresentare le istanze della Città di Taranto e di non firmare l’Accordo di Programma predisposto per l’ex-Ilva dal ministro Urso. 


 

“Non solo non abbandono la nave - ha dichiarato il sindaco di nuovo con la fascia tricolore - ma intendo esserne il comandante, per onorare così il mandato ricevuto dagli elettori l’8 e il 9 giugno scorsi”. 

Il dietro-front prevedibile assume aspetti più chiari nel ricompattamento della maggioranza, che ha sottoscritto un documento elaborato proprio sull’Accordo di Programma per l’ex Ilva, per respingere le ipotesi formulate sinora e propone uno ‘scenario C’ con una serie di caratteristiche: “Chiusura progressiva dell’area a caldo a carbone e sostituzione di essi con forni elettrici e senza Fsru; la riduzione delle emissioni e il miglioramento della qualità dell’aria; la compatibilità con una futura alimentazione a idrogeno verde; garanzie occupazionali e percorsi di riqualificazione”.

“Condizioni vincolanti nello scenario C, affinché l’adesione del Comune di Taranto agli Accordi di programma possa essere possibile: 

a) Dismissione graduale, ma irreversibile dell’area a caldo entro il 2030; 

b) Predisposizione di un Dri per alimentazione progressiva a idrogeno verde; 

c) Inizio contestuale delle bonifiche dell’area industriale; 

d) Adeguamento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e necessità della valutazione di impatto ambientale e sanitario propedeutica ad ogni scelta;

e) Previsione di un impianto di cattura di anidride carbonica;

f) tutela delle prospettive occupazionali dei lavoratori alle dirette dipendenze dello stabilimento e di quelli dell’indotto con un piano di mappatura delle competenze e riqualificazione professionale”.

Insomma, si direbbe che la città sia stanca delle cosiddette dichiarazioni d’intenti, a partire dalla promessa di decarbonizzazione in tempi ‘accelerati’ e cominci a pretendere di essere più coinvolta nelle decisioni riguardanti il proprio futuro e quello dei suoi abitanti. Troppi obblighi ed impegni sono stati a lungo disattesi, provocando l’incresciosa situazione di mortificazione e devastazione che ha travolto il capoluogo ionico.

La nota sottoscritta dai consiglieri di maggioranza lo ribadisce con chiarezza: “Vogliamo una Taranto fondata su salute, innovazione, economia del mare, ricerca, energie rinnovabili, logistica sostenibile, manifattura leggera. Non basta fermare il danno, ma serve costruire un’alternativa”.

Al termine della riunione al Mimit a Roma, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha dichiarato: “La battaglia della Regione Puglia sulla totale decarbonizzazione dell’ex Ilva durata dieci anni è giunta alla sua positiva conclusione. Il ministro Urso ha dato istruzione ai Commissari di Acciaierie d’Italia di inserire la totale decarbonizzazione nelle clausole contrattuali del nuovo bando di vendita della fabbrica di Taranto”.

“L’acquirente sarà obbligato entro sette-otto anni a realizzare forni elettrici che sostituiranno gli altiforni a ciclo integrale funzionanti a carbone. Verranno così diminuite del 95% le emissioni nocive che in questi 60 anni hanno funestato la comunità della provincia di Taranto”.


 

“Si tratta di un risultato storico che la Regione ha conseguito grazie ad anni di lavoro e battaglie politiche, anche interne allo stesso centro sinistra, che rivoluzioneranno il modo di produrre acciaio in Italia ed in Europa. Vedremo all’esito della gara secondo quali modalità la decarbonizzazione dovrà avvenire”.

“Purtroppo la mancata firma dell’Accordo di Programma non consente ancora di obbligare l’acquirente al rispetto dei livelli occupazionali, a determinati investimenti ed altre esigenze poste dai lavoratori e dai cittadini, e non consente ancora di richiedere al governo le misure compensative sui controlli ambientali e di salute, sullo sviluppo della città di Taranto e sulle sue strutture urbanistiche e sanitarie, secondo un progetto concordato di rilancio e di rinascita che si colleghi ai numero di interventi che la Regione Puglia sta già realizzando in città”. 


 

La presenza del Sindaco di Taranto a Roma - nella pienezza dei poteri - in definitiva ha testimoniato il piglio di una città che non si accontenta della medaglia/riconoscimento della scelta virtuosa della decarbonizzazione, ma vuole sapere e verificare con quali modalità e quali tempistiche sarà realmente praticata. Vuole sapere, in anticipo, cosa accadrebbe in caso di mancata attuazione delle indicazioni di impegno (anche tutte le misure per la sicurezza della salute erano garantirte 'solo sulla carta' nei decenni scorsi). Taranto sta dicendo che non sarà comprimaria di decisioni prese a livelli altri da quello locale. Se svolta deve essere, Taranto intende esserne protagonista!

(gelormini@gmail.com)