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Vaccino anti HPV, la Consulta boccia ricorso Governo: Puglia prima e unica in Italia
Dichiarata costituzionale la strategia d’urto - approvata in Puglia - per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano.

Euforico e soddisfatto il Consigliere e assessore regionale Fabiano Amati, promotore e primo firmatario dell’obbligo d’informazione vaccinale, dopo la decisione della Consulta: “Una notizia meravigliosa. È costituzionale la legge pugliese per combattere il Papilloma virus: lo ha stabilito la Corte Costituzionale, decidendo il ricorso presentato dal Governo nazionale".

"Si tratta di una strategia d’urto per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano. Siamo i primi e ancora gli unici in Italia e spero che il Governo nazionale ora ci imiti con una legge statale, piuttosto che ostacolarci com’è avvenuto in questo caso".
"Una strategia d’urto mai utilizzata in Italia, poiché subordina a un colloquio informativo finalizzato alla vaccinazione anti-HPV l’iscrizione a scuola dei ragazzi da 11 a 25 anni, in buona sostanza l’introduzione del concetto di dissenso informato".
"Si tratta di una legge finalizzata a rendere la rete informativa a maglie strettissime, cosi da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza. Per rendere dunque capillare il dovere d’informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, è stabilito che l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia d’età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV (quindi nessun aggravio per le strutture di certificazione), ovvero un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle ASL di riferimento, attestante - a scelta degli interessati - la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino".







"Non è dunque previsto un obbligo vaccinale, ovviamente, ma il dissenso informato, ossia l’attestazione di una scelta, finalizzata solo ed esclusivamente al diritto di essere informati dei ragazzi. Quale ulteriore prova che si tratti del diritto dei ragazzi (e famiglie) a essere informati, vi è l’ulteriore previsione di un’attestazione - alternativa alle prime tre ipotesi (somministrazione/avvio programma di somministrazione/rifiuto della somministrazione) - limitata al mero riferimento sull’’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione, senza dunque dover costringere gli interessati a prendere implicitamente posizione".
"È immensa la mia gratitudine per tutti i colleghi Consiglieri regionali che approvarono la proposta di legge, per i dirigenti e funzionari del Consiglio regionale e per l’Avvocato coordinatore Rossana Lanza e l’avvocato di causa Libera Valla".

Anche i deputati pugliesi del Partito Democratico, Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra, hanno commentato la sentenza che sancisce la legittimità della legge regionale pugliese, che era stata impugnata dal Governo: "La decisione della Corte Costituzionale sull'obbligo informativo per la vaccinazione anti-HPV in Puglia è una notizia straordinaria. Aver superato il ricorso del Governo è una vittoria per la salute dei giovani e per la prevenzione oncologica nel nostro Paese."
"Questa norma, che subordina l'iscrizione scolastica a un colloquio informativo sulla vaccinazione, rappresenta un approccio efficace per garantire una maggiore consapevolezza sui benefici del vaccino anti-HPV", spiegano i dem, "Non si tratta di un obbligo, ma di assicurare che la scelta di vaccinarsi o meno sia informata e consapevole, come sempre dovrebbe essere. E siamo felici che la Consulta abbia fatto prevalere questa norma di buonsenso e civiltà, ingiustamente contestata da chi, anche da una posizione di Governo, continua a strizzare l’occhio ai No-Vax".

"Ad ogni modo - hanno concluso - ci auguriamo che questa sentenza possa ispirare iniziative simili a livello nazionale e fare della nostra Regione apripista di un nuovo standard di prevenzione”.
Infine, l'epidemiologo e consigliere regionale Luigi Lopalco (PD) ha aggiunto: "La legge regionale da me promossa, approvata per contrastare la diffusione del Papilloma virus, è legittima! Ad affermarlo non è soltanto il buon senso e la volontà di tutelare la salute pubblica, ma a dichiararlo in modo chiaro è anche la Corte Costituzionale, che ha respinto le questioni di illegittimità sollevate dal Governo".
"Sapevamo di essere dalla parte della ragione, ma la decisione assunta dalla Suprema Corte conferma la correttezza delle nostre intenzioni e la solidità di una scelta legislativa pensata nell’interesse della prevenzione e della salute dei giovani e delle donne".

"Adesso è fondamentale compiere un ulteriore passo avanti. Auspichiamo che il Dipartimento Salute si attivi senza indugi per predisporre le linee operative necessarie all’applicazione della norma, con particolare attenzione alla tutela dei dati personali, onde evitare ulteriori contestazioni e osservazioni da parte dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali".
"La legge può essere applicata nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, evitando qualunque trasferimento di dati sensibili fra autorità sanitarie e scolastiche. La salute pubblica e la prevenzione non possono attendere. Ora che la legittimità è stata confermata, è il momento di passare con determinazione all’attuazione.
(gelormini@gmail.com)