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Roma
A Roma è boom di nuovi parrucchieri, ma spariscono meccanici e artigiani
barbieri

Un vero e proprio boom di aperture per parrucchieri e barberie. Un incremento dal 28% in un solo anno. Ma a Roma e nel Lazio continuano a sparire le imprese artigiane. Volano i servizi alla persona, ma perdono terreno i lavori manifatturieri.

È quanto emerge dall’analisi dei dati sull’andamento dell’artigianato nel Lazio nel 2022-2023 che confermano una tendenza, ormai decennale, che ha già fatto chiudere in Italia 11 mila imprese a partire dal 2012. Anche nella Capitale, purtroppo, le cose non vanno meglio.

Il lavoro del futuro è il barbiere

Sembra incredibile ma un lavoro che, nei primi anni 2000 sembrava destinato a ridursi, oggi vola come niente a Roma. Barberie, parrucchieri, babieri old style stanno letteramente dominando il mercato. Una media di aperture che nel solo 2023 supera le duemila attività. Ad accompagnare questo fenomeno è sicuramente la moda estetica che sta vedendo il ritorno in forza della barba negli uomini. Un vezzo che, però, ha bisogno di "manutenzione" quotidiana e attenzioni particolari per rendere la barba sembre in ordine. Ecco allora che spuntano come funghi i barbieri e le barberie: centri dove personale esperto si prende cura di barba e capelli. Non è un caso che anche i corsi regionali per parrucchieri e barbieri stanno registrando il sold out. Così le scuole professionali. Insomma una vera e propria barbamania.

I barbieri etnici

A far da concorrenza alla classiche barberie ci sono i barbieri e parrucchieri etnici. Ci sono zone, come il Tuscolano e l'area del Casilino, dove indiani, benagalesi e cinesi stanno dominando il mercato. Il motivo? Prezzi irrisori e una qualità che col tempo sta crescendo. Se in media un taglio di capelli "italiano" costa dalle 15 alle 20 euro per l'uomo, nei punti etnici il taglio scende a 5/6 euro di media. La barba dai "barberini"  - come li hanno ribattezzati i romani - costa 3 euro, mentre dagli italiani minimo 10. 

Le altre imprese a Roma

I dati di Roma, in termini percentuali, non si discostano molto da quelli regionali. Anche nella Città Eterna il settore delle costruzioni fa registrare una crescita, seppur minima (+0,34%), con le imprese che passano passano da 25.758 a 25.845. Calano, invece, le imprese di trasporti da 6865 a 6816, con meno 49 unità (-0,71%). Tolte le imprese di servizi alla persona (da 11240 a 11354 con un aumento di  114 unità per un +1,01%), e quelle di produzione software (da 449 a 474 pari al +5,57%), calano i numeri di tutti gli altri settori. Le realtà che si occupano di servizi alle cose passano da 3087 a 3055 (-1,04%).

Crollo del manufatturiero e dell’autoriparazione

Ci sono dei mestieri che in pochi, evidentemente, vogliono fare. Il settore manifatturiero prosegue infatti nella costante decrescita passando da 8378 a 8011 con -367 unità produttive (-4,38%), l’autoriparazione da 3917 a 3.788 con meno 129 unità (-3,29%). Non vanno meglio le cose nel settore della ristorazione artigiana, da 2384 a 2.301, con la perdita di 83 aziende (-3,48%). Perdono imprese anche le attività professionali (fotografi, designer, ecc.) da 779 a 775 con – 4 unità (0,51%) e le attività di intrattenimento da 457 a 446 (-11 pari al -2,41%). In totale, solo a Roma, sono scomparse 450 imprese commerciali.







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