Spacciava con l'auto dell'ospedale. Truffa al Policlinico: 3 arresti - Affaritaliani.it

Roma

Spacciava con l'auto dell'ospedale. Truffa al Policlinico: 3 arresti

Una indagine durata due anni, più di mille pagine inviate in Procura dagli investigatori che hanno pedinato 14 dipendenti del Policlinico Umberto I: gli agenti del commissariato San Lorenzo e dal personale del Casilino hanno arrestato 3 persone a cui sono stati disposti gli arresti domiciliari, altre 4 sono state interdette e sospese dall’esercizio del pubblico ufficio e 7, tra cui 2 gestori di carburante dove i mezzi dell’azienda ospedaliera effettuavano il rifornimento, sono indagate in stato di libertà.
Approfittando della loro posizione lavorativa infatti, alcuni lavoratori dell’autoparco dell’azienda ospedaliera del Policlinico Umberto I, oltre a usare autovetture di servizio per scopi privati, riuscivano a pilotare alcune assunzioni, presso cooperative private vincitrice di appalti, all’interno della stessa azienda.

L’indagine, partita a seguito di un esposto anonimo inviato al commissariato di San Lorenzo, è stata svolta dagli agenti della polizia di Stato, agli ordini della dottoressa Giovanna Petrocca che, insieme ai colleghi del commissariato Casilino, hanno organizzato una serie di servizi di appostamento e pedinamento nei pressi del policlinico e in altre zone della Capitale, finalizzati a verificare la fondatezza della notizia.
Nel gennaio del 2014, a seguito degli accertamenti svolti, gli agenti sono riusciti a scoprire che effettivamente numerosi dipendenti dell’autoparco erano coinvolti nel "sistema" e ne hanno dato comunicazione alla Procura.
Condotta dal sostituto procuratore della Repubblica, Erminio Carmelo Amelio, e proseguita con l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, sono stati controllati scrupolosamente tutti i movimenti dei personaggi di maggior rilievo, attorno ai quali, si è svolta gran parte dell’attività investigativa.
A settembre del 2014, a seguito di alcune perquisizioni effettuate in diversi immobili di proprietà dei sospetti, gli investigatori avevano acquisito migliaia di documenti probatori che, dopo mesi di accertamenti sono stati trasmessi alla magistratura.