Roma
Alfio Marchini fa a “fette” Roma. Municipi mini-Comuni, giù le tasse
"Sconti sulla Tari a chi pulisce strada da sé"





di Fabio Carosi
Tre anni di campagna elettorale permanente e due anni e mezza di opposizione. Alfio Marchini ci riprova davvero per la seconda volta e punta al Campidoglio come solo un ingegnere potrebbe fare. La stagione dei cuori non finisce. Salvo miracoli, l'amplesso politico con Guido Bertolaso al massimo può essere fantamediatico, perché l'ingegnere della finanza Alfio Marchini, va dritto al cuore dell'amico Guido: “Chi parla di un passo indietro mi fa ridere”.
E poi si tuffa nei vasi sanguigni di Roma, presentando un programma che se non lo porterà a guidare la rinascita, lo farà entrare nella storia per la cura certosina e maniacale con la quale ha sezionato la Capitale e, fetta a fetta come una Tac, ha analizzato drammi, problemi, percezioni e indicato soluzioni.
Alla sua “ingegneria della città” s'è arreso persino l'uomo “Onorato di essere il suo delfino”, al quale è toccato l'ingrato compito di commentare le slides di presentazione del megaprogramma. Roba che quello di Ignazio Marino e di Gianni Alemanno di tre anni fa sembra un libro dei sogni per bambini. Lì c'erano le favole come gli 800 euro di sussidi, qui ci sono le analisi e i benchmark di Roma con le capitali mondiali ed europee e una seconda analisi con 28 città con le quali l'ingegnere uscito dal gene di calce e martello e poi virato verso la finanza, vorrebbe confrontare lo stato di avanzamento del suo “cantiere Roma”.
Gira che ti rigira Marchini guarda a New York dove prima di Giuliani e della tolleranza zero contro la criminalità dilagante, la città non riusciva più a pagare il suoi debito. Un po' come Roma ma senza un delitto ogni 3 minuti. E la citazione del sindaco Rudolph riaccende però l'assist a Bertolaso, quasi a tendere la mano verso una coppia con l'ingegneria a guidare e la mano dell'ex Protezione civile e rimettere ordine. Insomma, i due si amano, ma nell'amplesso non è ancora chiaro chi sta sopra e chi sta sotto. Ma è roba di cuore, questo è chiaro.
Dall'etica dell'amministrazione alle linee tranviarie che Ignazio Marino non sapeva neanche quanto fossero, il programma di Marchini può essere una strada maestra per chiunque voglia tentare l'avventura di sfidare la Capitale che si sfalda con qualche banalità immancabile e poco rivoluzionario se paragonato alla “fuffa” made in M5S.
Il vero cambiamento di Marchini si chiama responsabilità che parte dal Municipio trasformato in un mini Comune autonomo pure per i giardinieri, sino allo sconto sull'odiata Tari per cittadini, condomini e commercianti che si puliscono la strada da soli.
Al grido di lunga vita ai Borbone e alle leggi che hanno ispirato, Marchini propone l'abolizione della tassa sull'ombra, quella che garantiscono le tende parasole di bar, negozi e ristoranti, accompagnata dall'immancabile “ufficio semplificazione affari complicati”, la chiave della felicità promessa da generazioni di politici, sempre dimenticata entro i primi 100 giorni.
Insomma, Marchini c'è, ha fatto i compiti a casa e se non altro ha costruito un'agenda utile per chiunque voglia capire perchè Roma fa schifo. Alfio è anche serio.