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Roma
Associazione a delinquere e truffa: 24 arresti, indagato Marotta, Ncd

C'è anche un parlamentare dell'Ncd, l'avvocato Antonio Marotta raggiunto da avviso di garanzia, nel corso dell'operazione Labirinto, che ha portato in manette 24 persone (12 delle quali ai domiciliari" e al sequestro di beni e quote societarie per 1,2 milioni di euro. Nei confronti di Marotta la Procura di Roma aveva chiesto una misura cautelare, ma il gip Maria Giuseppina Guglielmi l'ha respinta. Indagato anche un ex sottosegretario del governo Berlusconi, Giuseppe Pizza.

Il blitz dei finanzieri è scattato su ordine del Gip presso il Tribunale, parte dalle indagini su un consulente tributario che avrebbe messo in piedi un'organizzazione finalizzata alla frode fiscale, alla corruzione, al riciclaggio e alla truffa ai danni dello Stato. Agli arrestati e agli indagati è stato contestato il reato associativo

L’operazione Labirinto è scattata all’alba. Centinaia di finanzieri hanno eseguito un blitz sul territorio nazionale ordinato dal Gip presso il Tribunale della Capitale: 24 persone sono state arrestate (di cui 12 ai domiciliari), nel corso dei controlli sono stati sequestrati beni e quote societarie per 1,2 milioni di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Al centro delle indagini le attività sospette di un consulente tributario.

Tra gli indagati anche Vittorio Crecco, ex direttore generale dell’Inps. In particolare, Marotta, stando alla richiesta di arresto, rispondeva del reato di partecipazione all'associazione per delinquere (esclusa dal gip), di corruzione (che il giudice ha riqualificato come traffico di influenze illecite) e di un episodio di riciclaggio (derubricato in ricettazione). Il parlamentare era anche indagato per tre casi di finanziamento illecito ma il gip ne ha ritenuto sussistente uno soltanto. Dunque, la richiesta di provvedimento restrittivo e' stata respinta perche', secondo il gip, Marotta potrebbe ottenere al massimo una pena entro i tre anni. Dalle indagini e' emerso che il parlamentare avrebbe svolto funzioni di raccordo tra l'attivita' di Raffaele Pizza, uomo d'affari, e alcuni soggetti pubblici. Il suo nome e' stato fatto nel corso di alcune intercettazioni telefoniche che il giudice ha definito "casuali e imprevedibili".

"Figura centrale del sistema affaristico criminale" scoperto dalla Guardia di finanza di Roma il faccendiere Raffaele Pizza, fratello di Giuseppe Pizza, già sottosegretario all'Istruzione del Governo Berlusconi,  originario della Calabria, attivo nel settore delle pubbliche relazioni che, forte di "entrature" politiche e grazie a salde, antiche relazioni con personalità di vertice di enti e societa' pubbliche, costituiva lo snodo tra il mondo imprenditoriale e quello degli enti pubblici".

L'uomo, secondo gli investigatori, svolgeva "un'incessante e prezzolata opera di intermediazione nell'interesse personale e di imprenditori senza scrupoli interessati ad aggiudicarsi gare pubbliche". Non solo: il faccendiere, "sfruttando i legami stabili con la 'politica', si adoperava anche per favorire la nomina, ai vertici di enti e di societaàpubbliche, di persone a lui vicine, così' acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, riconoscenti, risultavano permeabili alle sue richieste".
Il faccendiere, sempre secondo i finanzieri, utilizzava uno studio accanto al Parlamento, in una nota via del centro, "per ricevere danaro di illecita provenienza, occultarlo e smistarlo", avvalendosi in un caso anche della collaborazione di un parlamentare, attualmente indagato.
Complessivamente si tratta di oltre 50 tra arrestati e indagati, ritenuti "organici al sodalizio criminale". Attualmente sono ancora in corso le perquisizioni finalizzate all'acquisizione di ulteriori elementi utili al prosieguo delle indagini che stanno interessando oltre 100 obiettivi tra la capitale, il Lazio, la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, l'Umbria e la Campania.

Tra gli arrestati dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'operazione "Labirinto" figurano anche due dipendenti infedeli dell'Agenzia delle Entrate di Roma, individuati in collaborazione con gli organi ispettivi interni della stessa Agenzia. Le indagini, coordinate dalla Procura capitolina, sono partite dall'approfondimento di svariate segnalazioni per operazioni sospette nei confronti di un consulente tributario romano e di un labirinto di società' a lui riferibili che movimentavano grandi somme di denaro tra i conti correnti personali e aziendali. Le indagini valutarie prima e penali poi hanno permesso di ricostruire l'operatività' di "una ramificata struttura imprenditoriale illecita che negli anni oggetto d'indagine ha movimentato oltre 10 milioni di euro giustificati da fatture false a scopo di evasione e per costituire riserve occulte da destinare a finalità' illecite, attraverso una galassia di società cartiere (costituite e gestite con il concorso di numerosi indagati)". Per "ammorbidire" eventuali controlli fiscali e agevolare le pratiche di rimborso delle imposte, il consulente si avvaleva anche della collaborazione dei due dipendenti dell'Agenzia delle Entrate di Roma.

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