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Roma
Bandecchi ultima sfida: “Via dall'Ordine dei Giornalisti per rottura di palle"
Stefano Bandecchi

Stefano Bandecchi, la zampata che non t'aspetti: al quarto procedimento disciplinare ha detto basta e ha scritto una lettera feroce all'Ordine dei Giornalisti al quale è iscritto come giornalista pubblicista: “Cancellazione dall'Ordine dei giornalisti per rottura di palle”.

Sindaco dimissionario di Terni, candidato alle Europee come condottiero di Alternativa Popolare, indagato per resistenza a pubblico ufficiale è nella bufera per una frase sessista che poi sessista non è, ma anche disponibile come nuovo “Duce” ha perso la pazienza e ha scritto una lettera di dimissioni che resterà nella storia: “Chiedo la cancellazione per rottura di palle”.

"Tale Ordine è un po' ottuso"

Oltre l'oggetto della missiva inviata all'Ordine del Lazio, il testo è una perla del Bandecchi-pensiero: “Sarei lieto ed entusiasta di poter uscire dall'Ordine dei Giornalisti, dato che tale Ordine non rappresenta a mio avviso la libertà di espressione e di idee tantomeno di linguaggio ed è, in ultimo, un po' ottuso... Detto ciò siccome non ho tempo da perdere con voi ogni due mesi, vi pregherei di cancellarmi immediatamente... Segue forma come segretario di partito, Sindaco di Terni, imprenditore, Uomo libero e finalmente ex giornalista”.

"Ma l'Ordine dei giornalisti vale più della politica? Basta con gli imbecilli"

E poi aggiunge ad affaritaliani.it: “Ma che l'ordine dei Giornalisti vale più della politica? Sopra la politica, sopra la magistratura, sopra ogni cosa, tu devi ricordarti che c'hai da rispondere a chissà quale cazzo de regole. Mi sono rotto del rimbrottino da gente qualunque. La libertà pensavo fosse un elemento fondamentale. Io sono un uomo libero di parlare con ogni persona come preferisco, utilizzo al massimo il mio cervello. Sono un uomo che ha una famiglia, dei figli che pago 2500 persone, sono una persona gentile, educata e tranquilla, però non sopporto i prepotenti. L'Odg mi chiama e mi punisce perché mi dice che i media sono un'arma, una fonte di potere. Siamo arrivati alla frutta. Che l'ho fatto io il film Quarto Potere? Si vive nel campo dell'ipocrisia. Ora basta con gli imbecilli. Mo' vado dal dentista”. Il dado è tratto.







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