Casamonica show, funerale della legalità. Ritirata licenza al pilota dell'elicottero - Affaritaliani.it

Roma

Casamonica show, funerale della legalità. Ritirata licenza al pilota dell'elicottero

L'ENAC ha sospeso la licenza del pilota ai comandi dell’elicottero privato che ha sorvolato la chiesa di Don Bosco spargendo petali sulla folla durante i funerali del capo clan Vittorio Casamonica. Il velivolo, dopo essere decollato dall’elisuperficie di Terzigno, in provincia di Napoli, con destinazione l’elisuperficie Romanina, utilizzando un elicottero monomotore R22, in arrivo su Roma ha chiesto alla torre controllo l’autorizzazione all’attraversamento dello spazio aereo controllato, effettuando successivamente una deviazione su Roma a quota inferiore alla minima che, sulla città, non può essere meno di 1.000 piedi, ovvero circa 330 metri. "Il sorvolo della città di Roma -precisa l'Enac- è comunque vietato agli elicotteri monomotore. Il lancio di materiale da bordo, peraltro, è proibito a meno di specifica autorizzazione che l’esercente non aveva.

Nel frattempo, il giorno dopo il funerale in stile mafioso del capostipite del clan malavitoso di orgine nomade Casamonica, va in scena il teatrino della politica con scambio di accuse reciproche. E' l'assessore alla legalità Alfonso Sabella a parlare di una manifestazione di potere inquietante che porta nella Capitale immagini proprie della Sicilia degli anni '70 dei grandi boss mafiosi. 
Nel giorno dello scarico delle responsabilità con la questura che chiarisce come Vittorio Casamonica, morto nelle prime ore del 19 agosto, risultava da tempo ai margini degli ambienti criminali e nulla poteva vietare i funerali, mentre anche lo stesso elicottero noleggiato da una società privata per il lancio di petali sulla chiesa di Don Bosco al tuscolano durante le esequie, non necessitava di autorizzazioni.

Il caso diventa politico. Alfano risponderà in Parlamento mentre la presidente dell'antimafia Rosy Bindi sottolinea lo smacco patito dallo Stato. Di un “un vero insulto a tutti i cittadini onesti di Roma, ma anche ai cittadini italiani" parla il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati. "Un’ostentazione di potere squallida che offende il convivere civile. Sconcerta il coro di proteste politiche: hanno dovuto vedere gli uomini con la coppola per capire quanto sia grave la situazione a Roma, ma fintanto che erano infiltrati nelle istituzioni non solo non vedevano ma giustificavano. Gabrielli si indigna, eppure la sua relazione non vuole lo scioglimento per mafia di Roma. Marino si indigna, ma come sempre solo il giorno dopo, perché prima non ha visto né sentito. Orfini si indigna, mentre la magistratura ha arrestato uomini del PD per collusione. Infine si indigna Alfano, il peggior ministro dell’Interno di sempre, che il 27 agosto dovrà relazionare sullo scioglimento per mafia di Roma: che cosa farà, dirà ancora che non c’è mafia, che non ci sono infiltrazioni o avranno bisogno di un altro funerale per capire chi comanda per davvero nella capitale d’Italia?”.

I membri M5S della commissione Antimafia esprimono il proprio disappunto: "Le scene di ieri nella Capitale hanno scavato una ferita profonda nella coscienza degli onesti. Lo Stato appare inerte, impreparato, colto di sorpresa. Perché nessuno si è indignato per la richiesta di scioglimento per mafia del comune di Sacrofano, comune alle porte di Roma? Perché nessuno si rende conto che Mafia Capitale ha condizionato e sta condizionando non solo il territorio comunale di Roma ma anche di molti altri comuni limitrofi? Siamo gli unici che si rendono conto della gravità della situazione, non abbiamo bisogno di vederli in mezzo alla strada gli uomini con la coppola per capire quanta mafia ci sia. Se la politica è così indignata, il 27 agosto Alfano e Renzi devono sciogliere il comune di Roma, e Marino potrebbe avere un sussulto di dignità e dimettersi siccome non sa mai nulla di cosa succede nella sua città, neanche di un elicottero che gira lanciando petali di rosa”.