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Roma
Casinò di Polli: dopo anni di sogni, la nuova visione per il palazzo di Anzio

Il palazzo più chiacchierato di Anzio, il “Casinò di Polli” detto anche “Paradiso sul mare” dopo anni di usi diversi, rimbalzi di gestione e sogni di grandi riaperture si è aggiudicato l’intervento dello Stato, che ha deliberato di destinare al recupero dell’antica struttura Liberty 8 milioni di euro da distribuire nel triennio 2023-2025, con possibilità di rinnovo.

La Giunta De Angelis che nel frattempo ha perso l’Assessore all’Ambiente Walter Di Carlo, ha approvato il 22 marzo la delibera e il Protocollo d’Intesa che delega le funzioni di Stazione Appaltante al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.
Il Sindaco Di Anzio Candido De Angelis, alla luce dell’approvazione in Consiglio ha spiegato che, anche se non ancora delineato nei minimi dettagli, il piano di riqualificazione della struttura potrebbe coinvolgere – quasi – tutti gli usi a cui è stato adibito il palazzo nella sua lunga storia. 

Al piano terra l’intenzione è quella di trasferirvi la sede del Museo Archeologico di Anzio, mentre gli spazi dei due piani superiori sarebbero dedicati ad ogni iniziativa culturale di interesse della città, come ad esempio convegni o esposizioni. Il tutto in sinergia con l’Istituto alberghiero al quale, in quanto parte integrante della storia dello stabile sarà dedicato un intero piano per la gestione delle sue attività.

La storia

Progettato nel 1919 dall’architetto Cesare Bazzani, per conto dell’allora sindaco di Anzio Giuseppe Polli e realizzato nel 1924, il palazzo ispirato all’Art Nouveau era stato originariamente destinato ad eventi mondani, conferenze, mostre, sfilate di moda ma soprattutto, era stato pensato come casinò - tanto che in una prima fase, il progetto fu ostacolato dal Papa Pio X il quale mal tollerava l’idea di una casa di gioco, che rimandava al concetto di vizio.

In quegli anni Anzio stava vivendo un momento di “rinascimento architettonico”, in cui il Liberty andava per la maggiore e che rese la cittadina sul mare particolarmente amata e ben frequentata da un certo tipo di borghesia. Il progetto di Bazzani ha realizzato un vero e proprio gioiello di questo stile, che invita con la sua stessa struttura architettonica all’idea del lusso, i fasti e lo svago che hanno caratterizzato gli Anni Ruggenti e prima ancora la Belle Époque: dall’atrio sostenuto da sei colonne in travertino, alle imponenti sale affrescate dal Tosatto e caratterizzate da ampie vetrate e lampadari di Boemia, passando per l’ampio terrazzo adornato da sei statue raffiguranti figure allegoriche.

Ma l’età dorata del Casinò di Anzio, si scontrò presto con la dura realtà storica della II Guerra Mondiale. Gli alleati, infatti nel gennaio del 1944 scelsero di sbarcare proprio sul Lungomare Zanardelli e la scelta del loro quartier generale, fu conseguente ed immediata.

Dopo l’esperienza come base militare, nel 1968 l’edificio, preso in gestione dalla Provincia di Roma fu adibito a convitto dell’Istituto professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione. L’iniziativa non si dimostrò particolarmente felice perché dieci anni dopo, nel 1978 l’iscrizione di soli 30 studenti portò alla chiusura del convitto, trasformato subito dopo in Istituto Alberghiero I.P.S.S.A.R. Marco Apicio di Anzio. Parte del palazzo è stata invece utilizzata fino ai giorni nostri come deposito del Museo Civico Archeologico di Anzio, che si trova poco più in là.
Negli anni ’60 e ’70 fu anche adibito a sede per mostre e sala da ballo, fu scelto come set cinematografico per film del calibro di Amarcord (Federico Fellini) e Polvere di Stelle (Alberto Sordi) ma nel 2015, la situazione di degrado in cui versava la struttura ha portato all’interdizione della sede degli studenti dell’istituto alberghiero finchè nel febbraio del 2016 l’ex casinò viene riconsegnato al Comune di Anzio, in stato di disuso.

 

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