Roma
Caso Cirafici, assolto ma non dal web. In Rete c'è traccia solo del suo arresto
Migliaia di pagine di giornale per l'arresto e nulla della sua assoluzione. E' la storia di Salvatore Cirafici, finito agli arresti domiciliari quando era Direttore Corporate Governance di Wind, e, per tale carica, responsabile, fra l’altro, della Struttura Organizzativa di Wind deputata a trattare e svolgere le richieste di intercettazioni telefoniche da parte delle procure italiane.
Era il 2009: l’ipotesi era quella che Cirafici avesse congegnato un sistema per "coprire" utenze telefoniche affidate a uomini delle istituzioni e avesse rivelato ad un indagato, il cui telefono era intercettato, notizie coperte dal “segreto istruttorio”.
A novembre del 2011, “dopo 2 anni di calvario mediatico e reputazionale”, racconta: “Dopo aver dovuto lasciare procure e deleghe che detenevo in Wind TLC S.P.A. con “gravissimi ed irreparabili danni economici e professionali”, vengo prosciolto dal GUP del Tribunale di Roma, Massimo Di Lauro, dove per competenza era stato trasferito il relativo procedimento penale, con la “sentenza di non procedibilità”, ovvero poiché i “fatti” non sussistono”. Dunque non sono mai esistiti”.
Scherzi della rete, Cirafici è presente sui motori di ricerca solo per le notizie che riguardano l'arresto e nulla, invece, per la sua assoluzione che ha decretato la sua totale estraneità ad ogni contestazione della magistratura.
Tre lauree, già Ufficiale nell’Arma dei Carabinieri, insignito con numerosi “Encomi istituzionali” per operazioni svolte nell’ambito del contrasto ad “organizzazioni terroristiche e mafiose”, decorato con la “medaglia dell’O.N.U. e della N.A.T.O.”, ha militato durante il suo servizio per circa 23 anni in reparti investigativi ed operativi, anche all’estero, quali: la Sezione Speciale Antiterrorismo, l’Alto Commissariato Antimafia, la Direzione Investigativa Antimafia, la CRIMINALPOL – Servizio Centrale di Protezione ed, infine, il 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Un curriculum di tutto rispetto che lo aveva portato ad essere selezionato da Wind com direttore Corporate Givernance e responsabile dei rapporti con l'Autorità Giudiziaria e i servizi di sicurezza. E' finito nei guai per una scheda sim che non era neanche della Wind. Assolto, ma non riabilitato dalla Rete. Per recuperare la sua credibilità professionale è stato costretto ad aprire un sito web dove racconta la sua odissea. Oggi è direttore Affari Legali, Acquisti e Servizi Generali della Visiant Contact.