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Roma
Caso, ordine e colore: l'arte del collage di Zarattini in mostra a Roma

La vita e il caso mischiati ad arte con carta, colla e colore: questa è la personale di Luca Zarattini, ospitata alla galleria Rvb Arts di Roma e visitabile fino al 14 maggio. È un tripudio di colori.

 

La carta, i colori e la colla di “Composizioni da scomposizioni” permettono all'artista di intrattenere il visitatore in un mondo accogliente e lontano dalle immagini di tutti i giorni. Le opere hanno un'impostazione ordinata e pulita ma balza subito agli occhi la battaglia di intenti e di pensieri che è stata combattuta. Un insieme di frammenti, lacerti e lembi di carta sono accostati l'uno all'altro fino a creare una composizione che ricorda in lontananza oggetti e soggetti che appartengono alla realtà e alla storia dell'arte, ma che l'artista ha volutamente decontestualizzato. Qua e là si riconoscono vasi, foglie, cavalli e delle architetture.

Zarattini, descrivendo il suo modo di lavorare, dice che “dipinge per ore fogli su fogli con qualsiasi colore, fino a ottenere una quantità di materiale che gli consente di intervenire sulla tela con una maggior possibilità di espressione”. Ci tiene inoltre a sottolineare che tutto ciò “viene fatto in maniera completamente casuale”. Una volta che il materiale è pronto, viene spezzettato dall'artista in mille forme e formati che poi incolla sulla tela sempre in modo casuale. L'artista afferma che in questa prima fase, “tutto è un gran casino: acqua e colla sono mischiate ai vari pezzi di carta incollati e non si capisce più nulla. Solo quando il tutto si asciuga, vedo il risultato”.

La confusione iniziale, prende forma sulla tela e diventa composizione compiuta. La disgregazione della materia acquista nuova vita grazie alla sensibilità artistica e alla visione del mondo secondo un'ottica più vicina alla natura e meno alle costruzioni social contemporanee.

La tecnica del collage, utilizzata in questo modo, ricorda primariamente il modo di lavorare di Matisse (i papier collé). Michele Ainis, curatore della mostra assieme a Michele Von Büren, asserisce che questa è “un'arte nobile” che può mostrare varianti e nuove interpretazioni.

Il risultato dell'opera di Zarattini dunque è un'arte istintiva che viene mediata dal gusto e dalla sensibilità che l'artista ha acquisito fino a quel preciso momento.

Il caso viene indirizzato e reso espressivo attraverso riferimenti inconsci che scaturiscono autonomi nel momento in cui la composizione viene realizzata. Ciò che attira la vista è proprio la curiosità: la visione di queste opere non è semplice, ci si accorge infatti che non si può guardare solo una volta per capire tutto, ma bisogna soffermarsi su gran parte degli strati di carta, colla e colore. Strato su strato, l'artista esprime particolari che possono essere colti dalla sensibilità dell'occhio e dell'anima. Queste opere d'arte hanno la capacità di spingere lo spettatore a fare ciò che ogni giorno la velocità della vita ci obbliga a non fare più: guardare sotto la superficie, andare in cerca dei particolari, di ciò che fa la differenza e di tutto quello che rimane principio di espressione e identità.

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