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Roma
Catasto, prima della riforma le pratiche arretrate sui condoni. Il caso Roma

di Pasquale Calzetta

Leggiamo in questi giorni del confronto in atto tra le forze politiche sulla riforma del catasto, l’intento è quello di rendere più trasparente un sistema fermo al 1939.

Non entro nelle posizioni espresse, ma credo che non possa realizzarsi un Catasto pienamente trasparente senza pensare di definire finalmente le migliaia di pratiche di condono edilizio pendenti presso gli uffici comunali. In particolare la definizione del condono è la precondizione ineliminabile per una mappatura che tenga conto della correttezza ed affidabilità del classamento.. si pensi ai cambi di destinazione d’uso.

A Roma più di 200.000 pratiche devono essere lavorate

A Roma, ad esempio, ci sono più di 200.000 pratiche di condono in attesa di essere lavorate che causano, tra l’altro, molteplici problematiche ai cittadini, sia per quanto riguarda la compravendita di immobili, ma anche per la realizzazione degli interventi di efficientamento energetico previsti nell’ambito del 110%.

Entrate per circa 500 milioni di euro

Inoltre ricordo che, qualora si risolvessero le suddette pratiche, gli introiti per le casse comunali sarebbero molto cospicui, a Roma ci sarebbero entrate per circa 500 milioni di Euro che l’amministrazione comunale potrebbe utilizzare per migliorare i servizi ai cittadini.

Situazione condoni in stallo

Oggi invece la situazione dei condoni è bloccata, per accedere alla propria pratica di condono edilizio bisogna collegarsi al sito del Comune di Roma con il proprio Spid, farsi assegnare la pratica, dopo alcuni giorni si può nominare un tecnico riconosciuto al sistema il quale potrà verificare lo stato della pratica ed inviare, sempre attraverso il sito, eventuali integrazioni. Una volta fatto questo non si ha più alcuna informazione sullo stato degli atti e soprattutto sui tempi di risposta anche perché le risorse umane in campo non sono sufficienti. Senza la definizione del condono il censimento rimane “ zoppo”, pertanto auspico che, nella riforma del catasto in discussione, si affronti anche la tematica delle migliaia di pratiche stipate nei faldoni presso gli uffici comunali, inserendo ad esempio la possibilità di coinvolgere gli ordini professionali che potrebbero sicuramente snellire e definire le migliaia di pratiche inevase.

Pasquale Calzetta, responsabile Consulta Urbanistica di Forza Italia Roma

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