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Roma
Coronavirus, la Corte d'Appello “si barrica”: niente folle e stagisti a casa

Udienze “a fasce”, niente affollamenti di persone, stagisti a casa e comunicazioni trasmesse per via telematica: sono solo alcune delle direttive imposte ad avvocati, magistrati e dipendenti dalla Corte d'appello a Roma per la prevenzione della diffusione del contagio del Coronavirus.

 

Questa mattina, sulle aule di udienza sono state affisse le disposizioni contenute in un provvedimento a firma del presidente facente funzioni della Corte d'appello capitolina, Fabio Massimo Gallo.

Si dispone che: “I presidenti delle sezioni civili e penali adottino ogni accorgimento utile per evitare assembramenti nelle aule di udienza, negli spazi ad esse antistanti e nei locali destinati al transito e alla sosta degli avvocati, delle parti, dei testimoni e di ogni altro soggetto del processo, nel rispetto delle norme processuali vigenti e nell'osservanza delle misure di cautela previste”.

In tema di udienze penali invece, si dispone di adottare: “Ogni possibile misura per la trattazione dei procedimenti secondo fasce orarie prestabilite e differenziate, comunicate in anticipo ai difensori delle parti per via telematica o richiedendo la collaborazione dei consigli degli ordini per la distribuzione dei calendari ai loro iscritti”; che sia evitata “fino al 31 marzo 2020 compreso, la presenza nelle aule di udienza degli stagisti che hanno in corso il tirocinio di cui all'alt. 73 della legge n. 91/2013”; che nello stesso periodo “al fine di limitare l'accesso agli uffici del pubblico e degli avvocati, le istanze per il rilascio di copie degli atti e le comunicazioni di cancelleria siano trasmesse, ove possibile, per via telematica”; la revoca fino il 31 marzo 2020 di tutte le autorizzazioni per l'utilizzo delle aule più capienti della Corte “per fini non strettamente istituzionali”. Per quanto riguarda le sezioni civili, si dispone che i presidenti delle sezioni adottino i necessari provvedimenti “per assicurare: la trattazione delle cause secondo fasce orarie prestabilite e differenziate, evitando udienze di mero rinvio e inutili attese attraverso una calendarizzazione delle cause programmata e comunicata alle parti per via telematica; la piena osservanza delle disposizioni del D.L. n. 179/2012, convertito in legge n. 221/2012 che impongono il deposito di atti e documenti, per le parti costituite, esclusivamente per via telematica; l'assegnazione, ove possibile, di termini per il deposito di note scritte e delle conclusioni per via telematica”.

In conclusione, con il provvedimento si raccomanda “agli avvocati di valutare l'opportunità di evitare, sino alla medesima data del 31 marzo 2020, la presenza in udienza dei loro praticanti”; e “i dipendenti e i magistrati che versino in condizioni di salute che sconsigliano l'esposizione al pubblico, sono esonerati fino al 31 marzo 2020, dalle attività che comportano diretto contatto con il pubblico o sono destinate inevitabilmente a svolgersi in condizioni di sovraffollamento”.

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