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Roma
Coronavirus, scandalo mascherine. La Regione Lazio: “Ecotech le consegnerà”

Coronavirus, scandalo mascherine acquistate dalla Regione Lazio e non ancora consegnate dalla società Ecotech, arriva una versione sui tempi e sulle modalità di consegna di quanto già pagato in anticipo, che suona più o meno così: oggi abbiamo parlato con la Ecotech e ci hanno assicurato che le mascherine arriveranno entro la prossima settimana.

 

Fine della vicenda? Neanche per sogno, perché dal cilindro dei comunicatori di Zingaretti esce un coniglio con il quale la Giunta diventa vittima di una macchinazione per “infangare la Regione” e che le “accuse sono una bufala”. Di colpo le Pec senza risposta vengono cancellate e sia la Regione che la società fornitrice che non ha rispettato i pagamenti e che solo ieri avrebbe dovuto – secondo una nota ufficiale della Regione – restituire i soldi dell'anticipo, oggi diventa un eccellente fornitore.

Scrive nella sua nota la Regione Lazio: "In primo luogo - si legge - ribadiamo che non si tratta di truffa poiché proprio stamattina si è svolto un incontro tra la Protezione civile regionale e i vertici dell’azienda Eco.Tech srl che hanno confermato la volontà di evadere tutti gli ordini ricevuti (9,5 mln di dispositivi individuali di protezione), esibendo la documentazione ufficiale che comprova la disponibilità da parte della stessa di 20 mln di mascherine con consegna delle stesse entro la fine della prossima settimana".

E poi aggiunge sempre la Regione che parla a nome dell'azienda: “L’Azienda, a riprova della propria serietà e per fugare ogni illazione sulla sua affidabilità si è offerta di garantire con una polizza assicurativa gli acconti versati dalla Regione Lazio. L'Amministrazione regionale ha pienamente rispettato, nella selezione dell’azienda e nelle procedure per l’acquisto, tutte le normative nazionali previste (OCDP 630 e 639 e DL 18/2020) e richiesto, già dal primo contatto, con la Eco.tech srl tutta la documentazione richiesta dalla normativa emergenziale”.

Infine la minaccia a tutti coloro che hanno chiesto chiarezza sull'intera vicenda sollevando dubbi legittimi: “La Regione Lazio ricorrerà alle vie legali per tutelare la propria immagine e donerà il ricavato ad incremento del Fondo per la ricerca del vaccino”.

La replica del consigliere Fdi Colosimo che ha reso pubblica la vicenda

"Apprendiamo dalla nota stampa della Regione, che oggi la società in questione non è più inaffidabile come da loro scritto nella risoluzione e che invece di rispondere alla diffida via pec, sempre come scritto nella stessa, si è presentata ad una riunione – scrive il consigliere regionale di Fratelli d'Italia che ha reso pubblica la vicenda, Chiara Colosimo –. Chiediamo quindi se si parla di adempimento per quello che riguarda la terza determina non ancora risolta che doveva essere consegnata il 6 aprile perché se così non fosse apparirebbe quantomeno anomalo che una volta comunicata la risoluzione la regione richieda l’adempimento contrattuale andando contro i più elementari principi stabiliti dal codice civile. Restiamo fiduciosi delle risposte e chiediamo se nel frattempo sono rientrati gli 11 milioni, più le penali previste nella risoluzione, evasi per le determine revocate. Sulle accuse apprendiamo che fare un'interrogazione e presentarla è lesa maestà e per quanto riguarda la truffa saranno gli organi competenti a verificarlo".

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