Crescita: Rossi (Bankitalia) “più attenzione alla formazione dei manager” - Affaritaliani.it

Roma

Crescita: Rossi (Bankitalia) “più attenzione alla formazione dei manager”

L’intervento del direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, al convegno de “Il Foglio” presso lo Spazio Espositivo Tritone

Lo “Spazio Espositivo Tritone” di Fondazione Sorgente Group ha ospitato mercoledì sera, 12 luglio, un incontro dal titolo “Economia e crescita, una nuova agenda per l’Italia”, nell’ambito del ciclo di dibattiti organizzati dal quotidiano “Il Foglio”, che ha evidenziato segnali di cauto ottimismo verso l’Azienda Italia, tenuto conto del miglioramento dell’export, insieme alla necessità di innovare le imprese e soprattutto la formazione universitaria dei manager.   

Secondo il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, siamo usciti dalla fase di recessione ed è il momento giusto perché le imprese più innovative trovino adeguati finanziamenti, attraverso validi strumenti anche diversi dai prestiti bancari, in grado di convogliare il risparmio degli italiani direttamente verso il sistema produttivo.

 

Ma, sollecitato dal direttore de “Il Foglio” Claudio Cerasa su quali sono gli ostacoli alla crescita del Paese e da che cosa potrebbe essere favorita, il direttore generale di Bankitalia, oltre a rilevare gli impedimenti burocratici e fiscali, ha posto l’accento sulla necessità di dottorati di ricerca nelle università meglio finalizzati alla formazione di manager, che sono fondamentali per la crescita delle aziende. 

 

Il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, ha evidenziato che il 90 per cento del denaro che le banche prestano alle aziende appartiene ai risparmiatori, e che quindi occorre molta cautela negli investimenti. Tenuto anche conto dei tempi lunghi della giustizia – fino a dieci anni - in caso di mancata restituzione del denaro. Per Giorgio Barba Navaretti, professore di economia politica all’Università di Milano, l’intervento dello Stato per risolvere le crisi bancarie non deve stupire. “Negli Usa – ha rilevato – sono state investite cifre enormi, e la messa in sicurezza dei punti critici del nostro sistema creditizio si è resa necessaria per rigenerare un clima di fiducia verso il Paese e il suo futuro”.