Delitto di Fregene, fermata la nuora di Stefania Camboni: sangue e soldi, la trentenne in carcere accusata di omicidio - Affaritaliani.it

Roma

Delitto di Fregene, fermata la nuora di Stefania Camboni: sangue e soldi, la trentenne in carcere accusata di omicidio

Quindici coltellate al petto e una alla gola: così è stata uccisa la vedova Violoni. Giada Crescenzi, la difesa del legale

Delitto di Fregene, fermata la nuora di Stefania Camboni: sangue e soldi, la trentenne in carcere accusata di omicidio

Delitto di Fregene: una villa in eredità contesa e una nuora fermata dai Carabinieri per chiarire cosa è accaduto nella notte tra il 14 e il 15 maggio sul litorale di Roma. Ma quello che sembrava inizialmente un delitto frutto di una rapina, e poi un omicidio avvolto nel giallo, potrebbe avere già una svolta nelle prossime ore.

La Camboni uccisa con 16 coltellate: 15 al torace e 1 alla gola

Per ora una sola certezza: Stefania Camboni, 58 anni, vedova dell'ex calciatore Giorgio Violoni, è stata uccisa con 15 coltellate al petto e 1 alla gola e coperta da alcuni cuscini. A trovarla è stato il figlio Francesco che al termine del turno di notte come guardia giurata si è recato nell'altra ala della villetta di via Agropoli insospettito da silenzio.

Fermata la nuora Giada Crescenzi

Dunque, i Carabinieri di Ostia che agiscono su mandato della Procura di Civitavecchia, sospettano – sino a prova contraria – che la nuora, Giada Crescenzi da un mese convivente nella stessa villetta della vittima, possa aver avuto un ruolo nel delitto. La donna smentisce, sostenendo che dormiva con i tappi e sotto effetto di farmaci rilassanti.

I depistaggi

Il resto della storia, l'auto abbandonata in una cunetta, il portafogli ritrovato, la camere sottosopra e il bagno di sangue che avvolgeva la vittima, per gli inquirenti sono “atti teatrali”, con l'obiettivo di aprire piste false e quindi distogliere l'attenzione su movente e autore materiale.

Soldi e sangue, il delitto classico

Soldi e sangue, la fine di Stefani Camboni, donna mite e gentile e in preda ad accenni di depressione dopo la scomparsa del marito, è segnata da questi due classici elementi.

L'avvocato di Giada Crescenzi: "La mia assistitasi proclama innocente"

“La mia assistita ha proclamato la sua innocenza, è molto provata ma ferma e determinata a ribadire tutto davanti al giudice. Agli inquirenti ha già raccontato che dopo aver cenato tutti insieme, lei e il suo compagno sono andati in stanza insieme, poi lui è uscito per andare al lavoro mentre lei si è messa a letto e come tutte le sere ha messo i tappi alle orecchie addormentandosi profondamente. Un’abitudine che conoscono tutti e non ha sentito nulla fino a quando il fidanzato tornando a casa l’ha svegliata di soprassalto trovando la porta aperta”. Così l’avvocato Anna Maria Anselmi, difensore della trentenne fermata per l’omicidio di Stefania Camboni.

Formalizzate le accuse e trasferita in carcere a Civitavecchia: "Omicidio aggravato"

Alla trentenne, ora detenuta nel carcere di Civitavecchia, vengono contestate le accuse di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità.

“Vivevano in quella casa dal 29 marzo in attesa di trasferirsi in un’altra abitazione”, spiega. I rapporti con la suocera “erano normalissimi, solo qualche banale discussione per la spesa”.

Sangue e ricerche sul web: la spiegazione del legale

In relazione alle ricerche che sarebbero state effettuate sul web dalla donna su come cancellare tracce ematiche dal materasso e sulle modalità per uccidere per avvelenamento, la penalista dice: “La mia assistita ha spiegato che la prima ricerca era relativa a eliminare eventuali tracce delle mestruazioni e quella sull’avvelenamento non riguardava le persone ma le piante, per eliminare quelle invasive dal giardino. Poi ricordo che la signora è morta accoltellata e non avvelenata. E l’arma non è stata ancora trovata”.