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Roma
Elezioni Roma 2021: ”Il Polo democratico ce la può fare, M5S al lumicino"

di Andrea Catarci *

Il tracollo del M5s a Roma è certificato e il fallimento definitivo. Ecco perché il Polo democratico può vincere le elezioni amministrative di Roma della primavera 2021

Sono passati quasi quattro anni dalla netta vittoria di Virginia Raggi, al ballottaggio contro l’esponente Pd Roberto Giachetti, con cui si è ufficialmente inaugurata l’era grillina alla guida politica e amministrativa di Roma. Da allora si sono susseguiti i litigi interni e i giochi di potere, gli allontanamenti di figure di primo piano come Marcello Minenna, Carla Raineri e Paolo Berdini, gli avvicendamenti infiniti agli assessorati e ai dipartimenti, i crolli di tre giunte municipali, le vicende giudiziarie con coinvolti molti personaggi di primi piano della giunta, il mancato utilizzo delle risorse disponibili per errori su bandi e avvisi, l’aumento della sofferenza dal centro alle aree più lontane su questioni come i rifiuti, i trasporti, la manutenzione del verde, degli istituti scolastici e della rete stradale, la cancellazione dell’urbanistica dall’agenda politica, la conferma dell’assenza eclatante di una qualunque visione di medio e lungo periodo.

A ratificare l’allontanamento della cittadinanza e il carattere definitivo del fallimento ci sono stati gli esiti delle tornate elettorali che hanno interessato diversi territori nella città. Già nel novembre 2017, malgrado la vittoria nel Municipio Roma X contenente Ostia, i consensi del M5s sono risultati dimezzati rispetto a giugno 2016. In quell’occasione a contendere la presidenza municipale c’era il centro destra, con Pd e organizzazioni del mondo civico incapaci di trovare un punto di convergenza e duramente sconfitte, come era stato per il Campidoglio. A giugno 2018 invece le forze del campo democratico hanno prodotto primarie di coalizione e candidature unitarie, riportando nitide affermazioni nei Municipi Roma III e Roma VIII, esaltando le leadership di Giovanni Caudo e Amedeo Ciaccheri, relegando il M5s al ruolo di terza forza. Lo scorso 1 marzo 2020, infine, è arrivata la vittoria larga di Roberto Gualtieri alle suppletive per il posto vacante alla Camera nel collegio uninominale corrispondente al Municipio Roma I e a piccole porzioni dei Municipi II, XIII, XIV e XV.

Il campo democratico ha ripreso forza e credibilità e può vincere se…

Tutti gli esiti delle tappe intermedie di avvicinamento dalle amministrative in programma nel 2021, insomma, quando mancano quindici mesi all’appuntamento e si è alla vigilia della corsa per il Municipio Roma XI, hanno confermato le medesime indicazioni:

che Roma ha già chiuso con il M5s e che non sarà la ricandidatura della Raggi o qualche alchimia dell'ultimo momento a restituire credibilità agli ultimi devastatori in ordine cronologico;

che Roma non si lascerà abbindolare facilmente dalle destre che guadagnano consensi moltiplicando malessere, rancore, rabbia e paura;

che Roma guarda al polo democratico per coltivare la speranza di una rinascita attesa da troppo tempo, per voltare pagina e inaugurare una nuova stagione in cui sia meno difficoltoso vivere e in cui torni a affacciarsi la speranza di poter realizzare desideri individuali e sogni collettivi.

Il polo democratico ha gradualmente recuperato la forza e la credibilità perduta prima e dopo l’epilogo della vicenda dell’ex Sindaco Marino e può vincere le elezioni cittadine della primavera 2021 - e prima quelle del Municipio Roma XI -, se non lascerà prevalere gli istinti narcisisti e le tendenze autolesioniste e investirà al contrario sull'ascolto, sul confronto, sulla partecipazione, sul coinvolgimento attivo di associazionismo, movimenti, civismo e sulla mobilitazione generale delle comunità territoriali e delle migliori risorse cittadine; se assumerà in pieno la responsabilità sociale che deriva da questa e dalle precedenti affermazioni puntando alla presa in carico generalizzata della sofferenza crescente e della voglia di riscatto, da annaffiare come una delicata pianticella; se sarà in grado di proporre come da due anni a questa parte leadership e squadre di governo credibili, autorevoli e ratificate dal consenso preventivo della cittadinanza; se riuscirà a motivare i riottosi a recarsi alle urne rendendo visibile e credibile una sostanziosa possibilità di cambiamento, senza considerare l’astensionismo un flagello divino o una tendenza incontrovertibile; se nell'esultanza odierna per il trionfo di Gualtieri coltiverà la consapevolezza che il resto di Roma è molto diverso dal suo Centro Storico, dove oltre alla caratura del Ministro si è messo a valore il grande lavoro politico e amministrativo svolto da Sabrina Alfonsi, Francesca Del Bello e dalle loro maggioranze -, presentando una sterminata galleria di problematiche esplosive che risultano attenuate all'interno delle Mura Aureliane.

Tra movimento e riflessione sulle strategie future l’inizio c’è già stato, con “Il sogno più grande: liberare Roma”

Qualcosa si è già mosso in questa direzione con la campagna “Il sogno più grande: liberare Roma”, frutto dell’aggregazione in itinere di soggettività istituzionali, politiche e sociali attive in diversi ambiti territoriali e settoriali, caratterizzata in particolare dalla proiezione sulla scena cittadina della positiva esperienza di governo del Municipio Roma VIII guidata dal Presidente Ciaccheri, figura di spicco della campagna stessa. Essa ha preso il via alla fine di gennaio 2020 e nel primo mese ha concretizzato iniziative di comunicazione, denuncia e mobilitazione, predisponendo una serie di strumenti web e social per dare visibilità a contenuti e azioni, organizzando volantinaggi e incontri in molti quartieri per rafforzare la coesione dei gruppi territoriali, promuovendo due flash mob contro la giunta Raggi, a Piazza di Spagna e ad Arco di Travertino, indicando fisicamente un luogo del centro della città colpito da un assurdo divieto e un centro polifunzionale ultimato da quasi 7 anni e abbandonato al proprio destino. Per affiancare al movimento un sostanziale sforzo di elaborazione, si sta per formalizzare la creazione del Comitato scientifico di “Liberare Roma”, composto inizialmente da una ventina di personalità del mondo politico, accademico, della cultura, del sociale, dello spettacolo e della sfera tecnico-amministrativa che si sono rese disponibili a elaborare proposte e linee di indirizzo strategico, gettando le basi per il programma e i progetti che verranno, con l’obiettivo di analizzare la metropoli per governarla meglio.

Non è che l’inizio, bisogna esserne consapevoli. La città ha bisogno di uno sforzo collettivo di vaste proporzioni, di voltare pagina in profondità e di guardare con fiducia a una nuova stagione in cui sia meno difficoltoso vivere, in cui torni ad affacciarsi la speranza di poter realizzare desideri individuali e sogni collettivi, in cui si reagisca al pericolo di regalare il governo a una destra che guadagna consensi moltiplicando malessere, rancore, rabbia e paura. Serve attivare per intero le energie migliori di cui si dispone, il proprio capitale umano, rimettere in moto un “pensiero lungo” a partire dalle università, dai ricercatori, dagli studenti universitari, dagli studi professionali con avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, agronomi, medici, dalle organizzazioni sindacali e di categoria, dalle realtà che resistono in mezzo alle difficoltà del presente migliorando la vivibilità urbana, come l’associazionismo e il volontariato, le persone impegnate nei lavori di cura e nelle lotte per l'abitare e la dignità, i comitati civici, la produzione artistica e culturale dal basso, i creativi della produzione aggregati in coworking e fablab.

Non è più il tempo degli indugi, dei calcoli, dell'attendismo e della chiusura nei microcosmi, meno che mai dalle parti di quel campo democratico che può giocare e vincere la sfida per restituire un futuro a Roma sottraendola alle crisi e ai declini del presente.

* Andrea Catarci, Movimento civico per Roma

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