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Roma
Elezioni Roma, Pd all'assalto di Raggi: l'ultimo round è su Campo Testaccio

di Claudio Roma

In attesa delle elezioni comunali che riveleranno il nome del nuovo (o vecchio) sindaco di Roma non si placa l'assalto del Pd a Virginia Raggi, che ricandidandosi ha mandato all'aria il matrimonio giallorosso nella Capitale, per la gioia - così almeno pensano al Nazareno - del centrodestra, in attesa di sapere che candiderà quello schieramento. L'ultimo round va in scena su Campo Testaccio.

Storico campo che vide i primi vagiti della As Roma, da tempo attende una nuova vita. Il Campidoglio ha fatto sapere che c'è una proposta di partenariato pubblico privato da parte di un gruppo di investitori del comparto sportivo, arrivata agli uffici del Dipartimento Sport e Politiche Giovanili. Progetto che, fa sapere l'amministrazione capitolina, "sarà ora vagliato dagli uffici preposti i quali, nel caso venga ritenuto fattibile, procederanno con l’avvio dell’istruttoria, primo passaggio propedeutico al riconoscimento del pubblico interesse del project e successiva riqualificazione".

Apriti cielo perché della faccenda viene ovviamente informata anche la pugnace presidente Dem del I Municipio Sabrina Alfonsi, che alla Raggi non ne fa passare una. E che subito rimarca come in questo modo il Campidoglio mandi "un segnale chiarissimo della propria volontà di anteporre questa soluzione a quella individuata dal Municipio con il sostegno finanziario della Regione Lazio e la gestione da parte di un ente pubblico, l’Asp Asilo Savoia, già pronta da mesi e potenzialmente operativa in tempi brevissimi". Decisione assai grave, insomma, perché a sentire la Alfonsi "assegnare ad un soggetto privato, tramite una operazione di finanza di progetto, uno spazio di sport così importante come  Campo Testaccio, si pone in antitesi con ciò che era emerso dal percorso di partecipazione condotto dal Municipio con i cittadini e le associazioni locali, che si erano espressi a favore di una soluzione in grado di offrire garanzie maggiori sul fatto che Campo Testaccio tornasse il prima possibile ad essere spazio aperto, condiviso, collettivo e soprattutto pubblico".

Manca solo la consueta denuncia del neoliberismo che da decenni affligge l'Italia (ma solo nella fantasia di chi sostiene questa tesi). E d'altra parte si sa, la politica italiana e romana - soprattutto, ma non solo, quella di certi partiti - ama molto il perimetro pubblico, che funziona così bene e che dovremmo espandere, avendo evidentemente a disposizione, ora più che mai, molti soldi per farlo. Certo è che fare campagna elettorale è legittimo, cercare di spellare l'avversario pure. Ma un conto è ricordare alla Raggi, come la Alfonsi ha fatto, che i lavori di riqualificazione di piazza Venezia si devono non a lei ma a Ignazio Marino: quello è un fatto. Tutt'altra cosa protestare se per una volta, per sbaglio, e su una questone obiettivamente non di prima importanza - anche se chi scrive è romanista - il Comune prova a coinvolgere in un progetto capitali privati anziché ricorrere alle proprie disastrate casse per compiacere qualche clientela. E questo perché nei sogni di molti che hanno un po' di potere tutto deve essere "servizio pubblico". E per tutto si possono e debbono trovare i denari. Cosa che effettivamente nella Regione Lazio, che era pronta a finanziare l'idea della Alfonsi, sembra abbastanza vera. L'addizionale Irpef più alta d'Italia non è un caso.

Leggi anche: il Pd bombarda Raggi: "Si appropria su Fb del lavoro altrui”. Alfonsi accusa

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