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Roma
Euro photo project, la Nuvola si apre alla fotografia d'autore: le mostre

Dopo il tutto esaurito di Carlo Verdone e Margherita Buy per il trentennale di Maledetto Il Giorno Che T’ho Incontrato, il ricco programma di Eur culture per Roma torna il 25 febbraio alla Nuvola con “Eur Photo Project - Letteratura e Fotografia: un amore contrastato”. Festival di fotografia che riporta a Roma dopo anni il focus sulla grande fotografia italiana e internazionale.

Prodotto da Eur culture per Roma , stagione culturale realizzata da Eur Spa, che conta eventi artistico-culturali rivolti a tutte le fasce d’età, Eur Photo Project che inaugurerà venerdì 25 febbraio con un evento ad invito e sarà aperta al pubblico con orario dalle 15.00 alle 19.00 dal 26 febbraio all'8 marzo, vuole rappresentare un significativo contributo al dibattito sulla fotografia contemporanea, sul forte vincolo esistente tra fotografia e letteratura, tra immagini e parole e sulle loro possibili contaminazioni con altri linguaggi artistici.

La mostra è articolata in due sezioni: “Black Room” e “Work”.

Black Room è allestita in uno spazio di 3.000 mq della Nuvola, buio e altamente suggestivo che per la prima volta sarà usato per la fotografia.  Queste le mostre:

Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, la mostra celebra il grande artista e intellettuale attraverso le opere di cinque esponenti dell’arte contemporanea, nonché attraverso immagini fotografiche provenienti dall’archivio di Giuseppe Garrera e Plinio De Martiis. 

Negli anni Cinquanta appena arrivato a Roma, Pasolini scattava fotografie come sopralluoghi per le case di produzione cinematografiche e registi, fra cui prima di tutto Federico Fellini e il suo aiuto regista William Klein che contemporaneamente lavorava al suo libro capolavoro “Roma”.  Questa esplorazione territoriale viene effettuata e documentata simultaneamente anche da Plinio De Martiis, noto gallerista de “La Tartaruga” di Roma e scopritore di Cy Twombly e Robert Rauschemberg, le cui foto d’archivio esposte in mostra ne sono una testimonianza.  Il tema dei Sopralluoghi è analizzato, in mostra, anche dalle artiste Elisabetta Benassi e Giovanna Silva. Quest’ultima con il suo lavoro sconfina anche nel tema del Fascismo eterno, che al di là di quello storico ben conosciuto in gioventù, è stato teorizzato da Pasolini soprattutto nei suoi ultimi saggi e scritti giornalistici. E a partire dal fascismo eterno il fotografo Pino Musi affronta il tema della Terra di mezzopartendo dalla casa in Via Eufrate, vero spartiacque fra il “mondo di sotto” delle borgate più infami e quello “di sopra” della borghesia più fascista.  L’artista visiva e scrittrice Sabrina Ragucci, in collaborazione con lo scrittore Giorgio Falco, si occupa della tematica del Capovolgimento tra visione e realtà, dove partendo dalle foto di Rebibbia degli anni ’50 [la prima casa di Pasolini a Roma] e ’70 e sino all’ultima serie delle finte fotografie rubate architettata da Pasolini con Dino Pedriali, affronta il tema ripercorrendo una Roma odierna, invernale, malinconica per poi arrivare alla Torre di Chia, ultimo rifugio pasoliniano.  Jacopo Benassi lavora sull’Autorappresentazione, narcisistica tendenza tipica degli ultimi anni di Pasolini, con una serie di suoi autoritratti molto ispirati dall’ultima produzione ‘fotografica’ di Pasolini. 

Infine, sono presenti fotografie di repertorio dell’archivio di Giuseppe Garrera. 

La mostra sarà accompagnata da alcuni testi di Pasolini scelti da Andrea Cortellessa e Silvia De Laude, che guideranno gli spettatori in un dialogo continuo fra parole e immagini.

Ghirri-Celati  Un’amicizia

Con la collaborazione di di Roberto Lombardi, Fondo Luigi Ghirri - Fondazione Querini Stampalia. 

Letteratura e fotografia sono i due elementi che compongono il significativo binomio cui è dedicata la sezione della mostra intitolata Ghirri-Celati, un’amicizia. 

Si tratta di un emblematico incontro fra il noto fotografo, Luigi Ghirri e Gianni Celati, scrittore, traduttore e critico letterario, recentemente scomparso. Questo straordinario rapporto di amicizia e di affinità artistica, concretizzatosi nel noto photobook Il profilo delle nuvole - pubblicato da Feltrinelli nel 1989 - viene in mostra raccontato attraverso brani tratti dall’ultimo libro di Marco Belpoliti, Pianura. Il dialogo fra immagini e parole viene in mostra ulteriormente sviluppato e sublimato con le opere di Veronica Lanconelli. Sono esposti alcuni dei testi della serie Sulla strada, nella pineta, del 2019, che originariamente erano accostati a fotografie e che in questa occasione presentanti privi della sequenza fotografica, hanno l’obiettivo di sottolineare il potere che le parole hanno di trasformarsi in immagini.Nei testi Veronica Lanconelli descrive attentamente tutto ciò che accade attorno alla strada statale SS16 che costeggia la pineta di Classe, vicino Ravenna, non c'è azione, nè una trama, ma un’attenzione poetica al quotidiano.

Vera 

Vera è il titolo del più recente progetto di Damiana Leoni, un libro fotografico che in questa occasione diventa una mostra. Le foto del libro esposte negli spazi de La Nuvola costituiscono un vero e proprio reportage sull’arte emergente nelle periferie di Roma.  Un racconto della primavera artistica che la città sta vivendo attraverso gli scatti di Mohamed Keita, Salvatore Nuzzi, Marta Scotti, Eleonora Cerri Pecorella, che costituisce una vera e propria mappatura di 8 spazi indipendenti, distribuiti in 7 diversi quartieri: Spazio in Situ a Tor Bella Monaca, Post Ex a Centocelle,  Off1c1na al Quadraro, Numero Cromatico e /Ombrelloni nel quartiere di San Lorenzo, gli spazi di Paese Fortuna a Pietralata, fino ad arrivare a Spazio Mensa nell’ex Cartiera Salaria, e CASTRO (Contemporary Art Studios Rome) nel cuore di Trastevere.

The Grand Tour, a cura di Francesca Campana

E' un viaggio nelle prestigiose Accademie straniere a Roma, quella di Francia a Villa Medici e quella di Spagna nel complesso conventuale di San Pietro in Montorio. Luoghi che da secoli sono un laboratorio di formazione artistica, occasione di scambio e contaminazione fra differenti discipline.  È a Roma, infatti, più che in altri luoghi, che artisti provenienti da tutto il mondo possono rinnovare la tradizione culturale Ottocentesca del viaggio di formazione.  In mostra sono presenti i lavori di Fourel, Kranioti, Barat e Guerrero.

Aude Fourel, cineasta francese, borsista presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, presenta due cortometraggi con i quali reinterpreta il cinema pasoliniano, a metà strada fra documentario e film d’arte. Aude, camminando per la città di Roma, attraverso il suo personale punto di osservazione, ce ne restituisce una visione intima. 

Da sottolineare la poetica citazione, presente nel lavoro di Aude, della performance Intellettuale di Fabio Mauri del 1975 presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, nella quale quest’ultimo proietta sul corpo di PPP il suo film Il Vangelo Secondo Matteo. Anche nel caso dell’opera della Fourel, assistiamo a qualcosa di analogo, alla fisica assunzione su di sé, da parte dell’autrice, della responsabilità della propria azione artistica.

Evangelia Kranioti è un’artista e regista greca, borsista presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, il cui progetto artistico esposto è parte della sua ampia indagine narrativa sulle varie forme di esilio, migrazione e identità presenti nel mondo contemporaneo. I suoi luoghi evocano transiti perpetui, vite immobilizzate, inchiodate in una realtà drammatica che diventa presto mitologia.

Théodora Barat, artista multidisciplinare, borsista presso l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, che utilizza scultura, installazione, video e fotografia presenta un lavoro in divenire, un progetto che indaga e studia l’architettura razionalista, le strutture realizzate utilizzando il sistema a tubo-giunto di Innocenti, visibili negli sfondi dei film di Fellini, come 8 ½ , nonché l’architettura degli impianti nucleari italiani in smantellamento. Questo progetto si concretizzerà, nel corso della residenza presso l’Accademia di Francia, in una istallazione una serie di film e fotografie.

Jose Guerrero, borsista nel 2015 presso l’Accademia di Spagna di Roma, presenta le sue due serie più recenti BRG e ROMA, quest’ultima realizzata a Carrara e Pompei. Questi lavori, strettamente legati alla pittura metafisica italiana, al dialogo tra luci ed ombre, danno vita ad un'atmosfera più pittorica che fotografica di alto valore poetico.

Apparizioni all’EUR

È la mostra dedicata al quartiere romano che ospita il progetto e che è stato il luogo in cui Pasolini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. Questa collettiva si concentra su una visione molto intima del quartiere, senza indugiare sulle più rappresentate architetture dei luoghi, piuttosto attraverso le fotografie di Paolo Ventura, Gea Casolaro e Marco Delogu, indaga la forza visiva di questa zona della Capitale, la sua storia ed il suo evolversi nel vissuto quotidiano.   

Southern Frontiers

Il grande fotografo Don McCullin presenta una sua opera tratta dalla sua pubblicazione più recente ‘Frontiere del Sud’: un viaggio attraverso l’Impero Romano.

Il libro è un percorso poetico e contemplativo fra le rovine di Baalbek in Libano, Palmira in Siria, Jirash in Giordania e le grandi rovine di Leptis Magna in Libia. Proprio qui, infatti, è stata scattata la fotografia esposta in mostra, raffigurante rovine di teste di marmo scolpite per il colonnato del Foro Nuovo.  

Le Piazze Invisibili 

È un progetto risalente al primo lockdown del 2020 e che, attraverso il lavoro di fotografi e scrittori, ha lo scopo di far riflettere sul valore civile e sociale delle piazze, simbolo di una bellezza italiana diffusa.

Sono state selezionate ventuno foto e ventuno testi per raccontare su binari paralleli una piazza, la stessa piazza, che rappresentasse per ciascuna coppia di autori una piccola motherland. La relazione tra fotografia e letteratura – tema della mostra - è lunga e piena di risultati sorprendenti e questo progetto, pur rispettando l’autonomia dei due linguaggi, ne è un ulteriore esempio. Il forte scambio tra testo e immagine è un gioco di specchi, di sguardi reciproci, si può cercare l’immagine nel testo e le parole inevitabilmente rimandano alla rappresentazione fotografica.

271 Giorni (8 Settembre 1943 - 4 Giugno 1944)  La Resistenza a Roma

Il progetto di Daniele Molajoli, con testi di Paolo Ricci, ripercorre i 271 giorni dell’occupazione nazista di Roma durante la Seconda guerra mondiale. Le immagini mostrano come sono oggi i luoghi teatro dei fatti più significativi di quei nove mesi, fotografati rispettando la data e l’ora in cui avvennero.  271 Giorni vuole essere un’investigazione visiva sul paesaggio, una lettura degli spazi urbani alla luce del loro portato emotivo e storico, ma anche una riflessione sulla fotografia in relazione alla memoria. 

Questo lavoro, una dichiarazione di amore per la città di Roma, è un tentativo di risvegliare con la fotografia una consapevolezza e una partecipazione collettiva dei luoghi abitati, a partire dal riconoscimento del valore della loro storia. 

Non c’è nessuna Itaca, Viaggio in Lituania di Francesco Cataluccio; The Game, La rotta Balcanica di Marcello Pastonesi; con un testo di Edoardo Albinati

Due mostre dove si incrociano i linguaggi della letteratura e della fotografia. Marcello Pastonesi costruisce un reportage scritto da affiancare alle sue immagini, e Francesco Cataluccio svolge un’operazione speculare realizzando fotografie nel suo racconto della Lituania

La Memoria del dolore

Il carcere di Santo Stefano è un simbolo della detenzione in Italia e nel mondo. E’un isola, è un carcere Panopticon nato dal pensiero illuministico di Jeremy Bentham, ed è stato un grande luogo di dolore per molte generazioni di  prigionieri politici e comuni, da Luigi Settembrini a Sandro Pertini, passando per Silvio Spaventa, Gaetano Bresci, Umberto Terracini e moltissimi altri. Ho voluto condividere il lavoro con altri artisti che hanno storie con il carcere e con l’isola di Santo Stefano. Due fotografi, Mohamed Keita e Raffaela Mariniello e lo scrittore Edoardo Albinati con cui avevo giò collaborato per il lavoro su Rebibbia e sull’Asinara. In un secondo momento ho deciso di mettere la fotografia che Luca Campigotto aveva fatto a Santo Stefano nella commissione ‘Non tutte le strade portano a Roma’ che avevo curato nel 2007 e ho chiesto a Paolo Ventura di lavorare sui graffiti del carcere.

La sezione Work, è invece concepita come luogo di iniziative, di lavori work in progress, di incontri, con la presenza di case editrici, librerie, scuole, collettivi fotografici. 

Saranno presenti i lavori:

Kene, È la scuola fotografica di Bamako, in Mali, che dopo il successo della mostra tenutasi nel 2020 al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato e nel 2021 al MANN di Napoli, presenta ora i nuovi lavori ad Eur Photo Project.  Il suo fondatore, il giovane fotografo Mohamed Keita, proviene dalla Costa d’Avorio e arriva nel 2010 a Roma, come migrante, rifugiato politico. 

Paesi, La Valle dell'Aniene raccontata da quattordici fotografe dall’Associazione Donne Fotografe; MANDEEP,Filippo Trojano sulla comunità Sikh della pianura pontina.

Facce in tre righe. Storie immaginarie di perfetti sconosciuti, Valerio Maria Trapasso; una mostra a cura di Matteo di Castro per s.t. senzatitolo

The beauty of The familiar, Lorenzo Pesce; immagini e paesaggi intimi, una famiglia e luoghi familiari ritratti con la stessa delicatezza

WSP photography;  immagini della periferia romana senza la retorica ‘pittoresca’ o drmmatica, ma con una forte oggettivita’tipica della fotografia contemporanea

Tevere, gloria e disgrazia Ripercorrere il Tevere significa ripercorrere il racconto di una società nello spazio e nel tempo: ci si allontana dalla città a favore di un paesaggio antico e rurale e contemporaneamente ci si immerge nel cuore pulsante della metropoli.

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