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Roma
Femminicio di Martina Scialdone, chiesta convalida del fermo per l'assassino

I pm che stanno indagando sull'omicidio di Martina Scialdone, l'avvocata di 34 anni uccisa dall'ex compagno fuori da un ristorante di via Amelia, hanno chiesto per l'omicida la convalida dell'arresto. All'uomo, Costantino Bonaiuti, 61 anni, è contestata la premeditazione e i futili e abbietti motivi.

Secondo le ricostruzioni, i due avevano relazione che però era giunta al termine. L'uomo, un ingegnere dell'Enav ed è anche un sindacalista di Assivolo, è sempre stato geloso e possessivo e quando Martina Scialdone ha deciso di lasciarlo lui ha fatto di tutto per farle cambiare idea. Infine i due si sono incontrati nel ristorante di via Amelia per fare un estremo tentativo di riappacificazione. La discussione tra i due è però subito degenerata, tanto che l'uomo si sarebbe alterato e lei si sarebbe nascosta nel bagno del locale. Qui, secondo alcune testimonianze, lo staff del locale l'avrebbe fatta uscire e avrebbe invitato anche l'uomo a lasciare il locale, per non turbare gli altri clienti. Secondo lo staff del ristorante invece, la donna sarebbe uscita spontaneamente dal locale.

Ad ogni modo fuori dal locale l'uomo ha estratto una pistola. Aveva un porto d'armi sportivo. Secondo i pm l'uomo ha mirato al torace e ha fatto fuoco per poi dileguarsi. Nonostante l'intervento dei soccorritori, la donna è morta poco dopo. Bonaiuti è fuggito prima a piedi, per poi allontanarsi in auto. È stato preso e arrestato poco dopo in zona Fidene, dagli agenti della Questura Nuovo Salario.

Per Bonaiuti è stato chiesta la convalida del fermo. L'accusa è di omicidio premeditato, con le aggravanti dei futili e abbietti motivi, visto che la vittima è una persona a lui legata sentimentalmente.

Le critiche al ristorante

Nel frattempo il locale sta ricevendo molte critiche sui social perché avrebbe fatto uscire la vittima, mentre fuori l'aspettava l'assassino. Ma il locale si difende: “Sono informazioni false e diffamatorie”.

"Lei è uscita volontariamente - ha riferito lo staff a Repubblica - ci mancherebbe, non è stata cacciata neanche per sogno, assolutamente. È stato chiesto di calmarsi, uno dei nostri dipendenti ha detto di rinviare la discussione all'indomani mattina, a mente fredda. Capita che qualche cliente discuta e noi cerchiamo di calmarlo. Abbiamo anche chiamato la polizia".

Ma queste parole insieme a quelle scritte sul profilo Facebook dell'attività non sono bastate a placare le critiche del web. “In merito alle informazioni false e diffamatorie che stanno girando sul web - scrive lo staff su Facebook - ci teniamo a sottolineare che non fanno altro che aggiungere dolore a questa triste storia e che sono il frutto di una ricostruzione dei fatti rilasciata da chi non era neanche presente all’interno del locale durante l'accaduto”.

Su Tripadvisor sono comparse alcune recensioni negative proprio in merito a quanto accaduto la sera del 13 gennaio. “Non andate in questo locale - scrive una persona - mandare fuori una ragazza dal locale e poi è successo quello che è successo”. “Spero che nessuno ci entri mai più - scrive una donna - Ma ce l’avete una coscienza? Non vi vergognate? Spero vivamente che nessuno entri più nel vostro locale! Spero che ciò che avete fatto vi resti sulla coscienza per sempre”. E ancora: “Avete una donna morta sulla coscienza… ora i vostri clienti sono felici? Voi siete felici? Bello quando il guadagno va sopra tutto! Vergogna”.

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