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Roma
Fiumicino, opposizione scatenata: “Senz’acqua ma con le piste ciclabili“

di Diana Maltagliati


Amministrative 2018, si tentenna sul raddoppio dell'aeroporto Leonardo Da Vinci, si cerca di scrivere un futuro per occupazione e vocazione turistico agricola ma mentre scrivono i programmi i vecchi problemi tornano a galla.

 


La denuncia è del consigliere d'opposizione Giovanna Onorati che boccia senza termini l'operato della giunta uscente guidata da Esterino Montino: “Il sindaco pensa alle ciclabili quando a nord di Fiumicino i cittadini delle frazioni spesso rimangono senza acqua potabile in casa”.


Consigliere, ovviamente la sua è una lente vista dall'altra parte del governo del Comune. Secondo lei da dove nascono i problemi di questo territorio così vicino a Roma e così lontano dal decollo?
“Partono di sicuro dalla nascita del comune, nel 1992. I cittadini erano divisi in due fazioni tra chi voleva che diventasse comune a sé e chi invece no. Soprattutto la parte a nord non voleva passare a essere periferia del comune di Fiumicino, dopo essere stata per una vita periferia del comune di Roma. Io stessa vivo a nord e posso dire che alla fine ci siamo convinti che un comune “a misura d'uomo”, come poteva essere quello di Fiumicino, avrebbe potuto risolvere tanti problemi. In realtà però non è affatto andata così e la parte nord spesso è abbandonata a se stessa”.


Quali sono - sempre secondo lei - le responsabilità di Montino?
“Semplice, in questi 5 anni ha concentrato le poche risorse del bilancio comunale tutte su Fiumicino, dimenticandosi la parte nord del Comune. Lui ha scelto di dare la priorità alle piste ciclabili, quando in realtà nel nostro territorio ancora mancano i servizi fondamentali. Di sicuro lo ha fatto anche per non perdere l'opportunità di utilizzare i fondi della Comunità Economica Europea, ma prima di tutto anche il Comune ha dovuto partecipare alle spese e in secondo luogo fare le ciclabili non esclude la possibilità e l'obbligo di un sindaco a occuparsi dei servizi”.


Quali sono i servizi fondamentali che ancora mancano?
“Fiumicino ha superato gli 80mila abitanti e continua a crescere, ma non si fa nulla perché la città risponda alle esigenze dei residenti. Come le dicevo, nelle località a nord le condotte della potabile sono vecchie, di eternit, spesso scoppiano e noi rimaniamo senz'acqua in casa per giorni. Siamo nel 2018 e questi problemi non dovrebbero nemmeno esistere. Poi bisognerebbe risolvere il nodo dell'illuminazione pubblica, quello della manutenzione delle strade e anche della pulizia del verde, dato che i giardini sono abbandonati all'incuria”.


Prima di Fiumicino però c'era una giunta guidata dal Pdl: era meglio?
“Con l'amministrazione Canapini sono stati fatti dei passi in avanti. La giunta ha lavorato sul sistema fognario della città, sulle scuole, è stato costruito un centro anziani, è stato fatto un restyling delle strade... interventi abbandonati dall'amministrazione successiva. Montino avrebbe dovuto potenziare quanto già fatto dal sindaco precedente e risolvere le esigenze di base dei cittadini, ma non è stato così”.


Con Montino, però, si è sviluppato il sistema della differenziata, un passo avanti?
“Lui dice di aver portato la differenziata all'80%, ma basta fare un giro del comune per accorgersi che in realtà un problema rifiuti ancora c'è. Si trova immondizia da tutte le parti e le strade sono sporche: manca un controllo. Montino aveva annunciato che avrebbe installato telecamere, ma alle parole non sono seguiti i fatti. Anche tutti i discorsi fatti sulla sicurezza non hanno avuto continuità pratica. Per quanto riguarda le azioni concrete, io ho visto solo interventi che riguardano la ciclabile e il Ponte 2 Giugno, che comunque non è stato fatto ex novo ma è stato ristrutturato. Il ponte però è vecchio e sarebbe stato il caso di rifarlo, non di pensare al restyling. Ora inizia la campagna elettorale e Montino metterà in campo nuove proposte, ma se si va a guardare il suo programma di 5 anni fa, ci si accorge che avrà fatto a malapena l'1% di quanto promesso”.

Lei è insegnante di scuola primaria all'Istituto comprensivo di Maccarese, qual è la condizione delle scuole di Fiumicino?
“La manutenzione degli edifici scolastici è carente e poi bisognerebbe lavorare sulla progettazione”.


E per quanto riguarda il trasporto pubblico per gli studenti?
“Ci sono grossi problemi per il trasporto scolastico, in modo particolare per la scuola media. I collegamenti ci sono, ma sono male organizzati: al mattino la navetta delle 8 è stracolma di ragazzi ammassati l'uno sull'altro. Poi passano quella delle 10 e delle 11 totalmente vuote. Bisognerebbe cambiare l'organizzazione oraria in base alle esigenze concrete di chi utilizza i mezzi. Inoltre, se un alunno deve partire da Testa di Lepre o da Tragliata per arrivare a Maccarese, ossia a 10 km di distanza, deve passare per l'interno di Aranova e ci mette moltissimo tempo. Una riorganizzazione delle navette su base oraria consentirebbe anche di avere pullmini che fanno percorsi diretti, senza obbligare gli studenti a girare di località in località fino ad arrivare a destinazione. L'unica cosa intelligente fatta, e lo riconosco, sono le navette che da Aranova vanno direttamente a Parco Leonardo. Certo lì c'è il centro commerciale, però è vero pure che i ragazzi in campagna non hanno nulla, lì almeno possono andare al cinema.”

A Fiumicino ora manca la stazione ferroviaria. Cosa si può fare?
“La bacchetta magica purtroppo non ce l'ha nessuno. Una problematica di questo tipo non la risolve soltanto il Comune, serve un dialogo serio con le altre istituzioni competenti. Di sicuro quello che manca è la volontà politica di voler risolvere i problemi: se ci fosse collaborazione, ben venga la stazione a Fiumicino, perché i collegamenti sono fondamentali. Per integrare le 15 località, prima di tutto serve un collegamento tra di loro e poi tra loro con la città di Roma. Questo consentirebbe anche di potenziare il turismo, visto che la nostra zona è ricca di bellezze naturali e archeologiche”.


Sù approfittiamo del tempo che intercorre sino alla convocazione dei comizi e alla presentazione delle liste per fare un elenco delle esigenze. Quelle “vere”. Si accomodi pure...
“Dal punto di vista politico bisogna imporsi alle altre amministrazioni per crescere. Servirebbe creare un circuito per fare forza e consentire a Fiumicino di mostrare la sua autonomia dettando legge a quelli che sono i poteri forti. È una città molto complicata, che si estende su un territorio di 222 chilometri quadrati con 15 frazioni che per le peculiarità che hanno potrebbero essere addirittura comuni a se stanti. Ci vuole esperienza, competenza, preparazione, forza e coraggio, se non si è uniti non ci sono partiti politici che tengano. Bisogna far prevalere gli interessi della comunità. La mia è un'utopia, mi chiamano “filosofa”, ma io in questa utopia ci credo”.

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