Fori pedonali, nozze gay e scontrini gate. Marino, 850 giorni sulla sella da sindaco - Affaritaliani.it

Roma

Fori pedonali, nozze gay e scontrini gate. Marino, 850 giorni sulla sella da sindaco

di Alberto Berlini

Un'iperbole, dall'inaspettata vittoria alle primarie alla vittoriosa sfida con Gianni Alemanno, fino alle dimissioni dopo lo scandalo delle spese pazze pagate con la carta di credito istituzionale: la carriera politica di Ignazio Marino finisce con la pubblicazione degli scontrini dei suoi 2 anni da primo cittadino.
Dopo 21 giorni di 'vacatio' la legge prevede che il prefetto Gabrielli debba nominare un commissario che possa amministrare la città, sempre che il Governo non voglia affidare all'ex capo della Protezione Civile l'incarico di traghettare la città durante il Giubileo Straordinario, sospendendolo dalla carica di Prefetto di Roma. Chiunque possa prendersi in carico la città troverà un cantiere aperto sotto plurimi aspetti.
Lavori in corso non solo sulle strade in condizioni pietose da dove si tolgono sanpietrini per sostituirli con asfalto, ma anche nelle municipalizzate, con i lavoratori di Ama pronti allo sciopero contro la paventata privatizzazione dei servizi della municipalizzata, così in Atac, salvata dal fallimento ma con mezzi pubblici al contagocce per una manutenzione insufficente.
La storia di amore e odio tra Roma e Marino, genovese di nascita, era iniziata quando il futuro sindaco arrivò in città 14enne: era il 1969 e Ignazio fu giovane boy scout prima di diplomarsi al collegio San Giuseppe de Merode dei Fratelli delle Scuole Cristiane per poi iscriversi a Medicina all'Università Cattolica specializzandosi in chirurgia generale. Poi il trasferimento in America dove diventa un luminare dei trapianti. Qui il primo neo nella sua storia quando nel 2002 si dimette dall'università di  Pittsburgh per una storia di doppi rimborsi sulle spese sostenute. Passano 5 anni e, tornato a Roma, si candida nelle politiche del 2006 come indipendente nelle liste dei Democratici di Sinistra per il Senato, dove viene rieletto anche nel 2008 con il Partito Democratico. Nel 2009 corre per la segreteria del Pd sfidando alle primarie Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini: il senatore chirurgo arriverà terzo con il 12,5% delle preferenze. La riscossa quando, dopo il 18 marzo 2013 Marino riesce a raccogliere e depositare 5600 firme per la candidatura alle primarie del centrosinistra, per correre contro Alemanno nella corsa a Sindaco di Roma nelle elezioni amministrative di maggio 2013, annunciando le dimissioni dal Senato.
SINDACO DI ROMA. Marino, candidato Sindaco del centrosinistra dopo aver battuto l'europarlamentare David Sassoli e il renziano Paolo Gentiloni, al primo turno ottiene il 42,6% guadagnandosi la sfida al ballottaggio con il sindaco uscente Gianni Alemanno, che uscirà poi sconfitto il 10 giugno quando Marino diventa sindaco con il 63,9% dei consensi dei romani.

Dopo 15 giorni dalle elezioni Marino presenta in Campidoglio la nuova Giunta Capitolina: di quei 12 assessori solo le fedelissime Alessandra Cattoi, Estella Marino e Marta Leonori seguiranno il Marino sino al termine della sua avventura in Campidoglio, pur sottoposte ad un triplice tournover delle deleghe.
Le prime polemiche investono la Giunta Marino quando il sindaco da il via alla pedonalizzazione dei Fori Imperiali: via le auto e si inizia a parlare dello smantellamento della via aperta durante il decennio fascista.
Con l'inchiesta Mondo di mezzo scoppia la grana Mafia Capitale e mezza giunta si deve dimettere sotto i colpi delle inchieste per gli affari di Buzzi e Carminati e le interferenze con la politica di un gruppo criminale che la Procura di Roma non esita a definire come mafioso. Marino ne uscirà indenne, ma, benchè nessuno ne obiettà l'onestà, figura come impotente difronte ad uno scandalo che diventa sempre più ampio.
Il 18 ottobre 2014 Marino, in una cerimonia pubblica in Campidoglio, trascrive nel registro anagrafico comunale gli atti di matrimonio all'estero di sedici coppie formate da persone dello stesso sesso attirando l'ira non solo dei cattolici, ma anche dando origine ad una crisi 'diplomatica' con il prefetto Pecoraro e il Ministro dell'interno Angelino Alfano che annullarono i provvedimenti. Un braccio di ferro che bloccò la Giunta per settimane e terminata con un inchiesta per peculato e abuso d'ufficio.
Nel novembre 2014 il sindaco Marino finisce al centro di un'interrogazione parlamentare per aver effettuato con la sua auto otto ingressi senza permesso nella zona a traffico limitato del centro di Roma, senza pagare le relative multe. La Procura della Repubblica di Roma, nel febbraio 2015, accertò che vi fu una violazione del sistema informatico da parte di ignoti per sabotare il permesso Ztl del sindaco. Il Sindaco pagò poi tutte le contravvenzioni.

L'ultimo scandalo nel settembre 2015 quando Marino viene iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma a seguito di un'inchiesta per presunte irregolarità in alcuni pagamenti a suoi collaboratori effettuati da Imagine, Onlus da lui fondata nel 2005.
Il colpo fatale con la bufera sulle spese di rappresentanza, anticipata già durante l'estate dalla polemica sui continui viaggi all'estero, così come per le lunghe vacanze ai Caraibi che Marino si è concesso proprio mentre a Roma scoppiava lo scandalo dei funerali show del capo del clan malavitoso Casamonica. Non ultimo il viaggio a Philadelphia in occasione della visita del Papa con la smentita dell'invito da parte del Vaticano data in mondovisione dal Santo Padre in persona. Proprio dal rendiconto delle spese sostenute dalla delegazione capitolina di quest'ultimo viaggio oltreoceano nasce lo scandalo degli 'scontrini'.
Poi saranno gli attacchi incrociati di Sel, ormai fuori dalla maggioranza, e di un Pd stanco di una figura non più rappresentativa dei partito guidato dal premier Renzi, le smentite della Comunità di Sant’Egidio e dei ristoratori sulle spese di rappresentanza, le accuse anche di aver sottratto i soldi al Comune a chiudere la storia di un sindaco arrivato al Campidoglio in bicicletta e sceso dalla poltrona di sindaco sotto scorta.