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Roma
Giustizia da riformare, Luca Palamara tuona: “Il 13 dicembre parlerò a Roma”

Cento domande la stessa identica risposta: “Quello tra magistratura e politica è un rapporto malato, la Giustizia va riformata partendo dalla Costituzione”. Per chi pensava che il silenzio di Luca Palamara durasse molto, una delusione.

L'ex magistrato e membro del Csm poi espulso, torna a parlare e sceglie Webradiotv,it per un acceso e veritiero confronto con il giornalista Tony Angeli, il professore di Tor Vergata e avvocato Enrico Napoletano e l'attrice e conduttrice Emanuela Titocchia nel talk show organizzato e moderato da Fabio Sabbatani Schiuma.

Palamara ha parlato della sua esperienza e della battaglia che da anni combatte “per risanare e correggere le storture della magistratura”. “La mia battaglia non è e non sarai mai contro la magistratura - ha detto - il mio racconto punta a mettere in luce gli aspetti problematici di quel mondo, che sono gli stessi aspetti problematici anche di altri mondi, come quelli della politica, dell'informazione e della pubblica amministrazione”.

Il nodo della Giustizia politicizzata

Luca Palamara ha evidenziato, tra gli aspetti problematici quello della politicizzazione dei giudici, che lui considera lesivo dello stato democratico. “Se il giudice vuole essere autonomo - ha spiegato l'ex magistrato - ma poi entra con i piedi nel piatto dell'agone politico, allora si crea un corto circuito democratico. Ne risente l'indipendenza della magistratura”.

Il nuovo Governo e la Riforma della Giustizia

Palamara ha parlato anche della necessaria riforma della Giustizia che il nuovo governo dovrebbe approvare. “C'è un tema di fondo: quello della qualità. Non possiamo risolvere il problema buttando chiunque in magistratura - ha detto – non ci sono più controlli, si abbassa il livello di qualità. Nel lavoro del magistrato non deve mai mancare la consapevolezza che dietro i fascicoli ci sono storie umane: diritti negati, ingiuste detenzioni o aziende chiuse. E poi occorre anche mettere i magistrati in condizioni lavorare”. “Occorre far funzionare il processo – ha aggiunto – non solo quello penale, ma anche e soprattutto quello civile. Il Pnrr è un occasione anche per questo e non va persa”.

Infine l'ex magistrato ha parlato dei prossimi appuntamenti di Oltre il Sistema, il movimento che ha fondato. “Il mio impegno - ha spiegato Palamara - è far parlare ancora di Oltre il Sistema. Spero di organizzare un evento anche su Roma. Continueremo questi momenti di incontro, discussione e dibattito. A Roma ci sarà un'iniziativa il 13 dicembre per discutere di proposte per la Giustizia”.

Napoletano: Il 60% dei porblemi risolti con un corretto equilibrio tra magistratura e politica”

Enrico Napoletano, avvocato esperto di diritto dell'Ambiente è stata la controparte giuridica di Luca Palamara in anomala sintonia con l'ex piemme: “Risolvendo il problema del rapporto tra politica e magistratura, si risolverebbero almeno il 60 % dei problemi della giustizia. Ad oggi non c'è equilibrio tra il mondo politico e quello giudiziario. Occorre cercare soluzioni per per portare equilibrio tra questi due mondi.”

Napoletano: “Come ai poliziotti anche ai magistrati il test psicoattitudinale”

Infine, ha osservato il docente di diritto dell'Ambiente “Occorre accelerare i processi. Ma accelerarli è sinonimo del rispetto delle garanzie di tutte le parti? La risposta non è così scontata: accelerare una macchina processuale con un organico che non riesce a starci dentro, rischia di essere un flop della riforma Cartabia, che quindi non avrà grandi risultati. Andrebbero ridefinite le coordinate di accesso alla magistratura, ci vorrebbero test psicoattitudinali come per entrare in polizia”.

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