Roma
Gli animalisti affondano Zingaretti. "Sulla caccia non rispetta gli impegni"





Animalisti Italiani, Enpa, Italia Nostra, Lav Roma, Lac Lazio, Lipu Lazio, Oipa, Sos Gaia e Wwf Lazio, tutti insieme contro Zingaretti accusato di aver firmato il decreto che anticipa al 2 settembre l'apertura della stagione venatoria.
“Fra pochi giorni i cacciatori torneranno a sparare contro ambiente, animali, leggi e buon senso. Ancora una volta la politica si è piegata alle richieste del mondo venatorio, infischiandosene della stragrande maggioranza di cittadini contrari al massacro di animali selvatici per puro divertimento".
"Con un decreto a firma del Presidente Zingaretti - proseguono gli animalisti - la caccia si aprirà il 2 settembre prossimo e non la terza domenica di settembre come disposto dalla legge nazionale. Una risicata minoranza, i cacciatori, che però, evidentemente, incute un gran timore all’amministrazione Zingaretti, ancora una volta avrà la meglio sull'interesse di tutti i cittadini. Ricordiamo inoltre la responsabilità del Presidente Zingaretti e gli impegni elettorali da lui sottoscritti, disattesi, come nel Programma per i diritti degli animali per il rinnovo della giunta e del Consiglio Regionale del Lazio - 2013: 'Tutela fauna selvatica: La fauna selvatica e i parchi naturali sono un patrimonio regionale spesso viziato per interessi economici o per interessi di parte. La Regione Lazio, quale Ente pubblico giuridicamente competente, dovrà esercitare tutte le competenze e le facoltà atte a garantirne una concreta tutela, condividendo iniziative in sinergia con le associazioni animaliste'”.
"Ci saremmo attesi - aggiungono - impegno e considerazione della 'res publica' al di là di dinamiche elettorali o di giochi di equilibrio tra i partiti e la lobby venatoria. Gli animali e l’ambiente nel suo insieme sono e devono essere e rimanere, al di sopra di queste dinamiche. Ricordiamo poi che il Piano Faunistico Venatorio Regionale risale oramai al 1998 ed è quindi quanto mai urgente, oltre che doveroso, sospendere la caccia fino a che non sarà approntata una nuova pianificazione. E’ la stessa norma nazionale ad imporlo: se non esiste una pianificazione faunistico-venatoria la caccia non potrebbe essere proprio consentita in nome degli interessi prevalenti di tutela della fauna che è patrimonio indisponibile dello Stato, rispetto all'attività venatoria, che ricordiamo è una concessione limitata a talune circostanze di tempo e di luogo e da esercitare secondo precise modalità".