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Roma
Il Campidoglio dal Medio Evo a Turner. Metamorfosi del Colle simbolo di Roma

Si apre con un quadro visionario mai esposto prima a Roma la mostra “Campidoglio. Mito, memoria, archeologia” ospitata ai Musei Capitolini per raccontare la trasformazione urbanistica del Campidoglio, cuore religioso e civile di Roma Antica.
Nessun luogo della capitale forse, raccoglie in sé un insieme di suggestioni, storie e leggende pari al Campidoglio. E uno degli artisti più celebri ad averne subìto il fascino fu proprio William Turner che nel 1839, circa 10 anni dopo il suo ultimo viaggio a Roma, dipinse “Modern Rome - Campo Vaccino” rappresentando la città eterna immersa in un velo di memoria, tra chiese barocche e antiche rovine che si dissolvono in una luce crescente generata dal tramonto. L'opera sarà ospitata nella mostra grazie ad un importante prestito del Getty Museum.
L’esposizione, che si potrà visitare fino al 19 giugno, è curata da Alberto Danti e Claudio Parisi Presicce.
Per raccontare le trasformazioni del tessuto urbano del Colle, accanto all’opera di Turner saranno esposti tre plastici del Campidoglio, recentemente recuperati e poco noti al grande pubblico, un ricco apparato scientifico-documentario e diverse opere precedenti e contemporanee a quella di Turner che raccontano la suggestione poetica suscitata dal Campidoglio fino all’inizio del XIX secolo: basti citare le bellissime vedute di Giovan Battista Piranesi e Filippo Juvarra.
Partendo così dalla visione mitica e romantica si esamina il percorso storico-urbanistico del Campidoglio (in particolare del versante sud) che dalla fine del Settecento ai nostri giorni è profondamente mutato, fino a divenire sede dell’amministrazione capitolina.
Attraverso documenti d’archivio e opere conservate essenzialmente presso le collezioni capitoline, nella sezione successiva si analizza il periodo in cui i Caffarelli, dalla fine del Cinquecento, occuparono la sommità del colle con il loro palazzo. Qui viene esposta anche una selezione di affreschi delle prime fasi edilizie del palazzo. Quindi si approfondisce il periodo in cui i Prussiani si stabilirono in Campidoglio ampliando le loro proprietà con nuovi edifici come l’Istituto Archeologico e l’Ospedale Teutonico. A seguire, i cambiamenti successivi alla proclamazione di Roma Capitale d’Italia nel 1870 e l’epoca del Governatorato, caratterizzata dalle demolizioni attuate per riportare alla luce la mitica Rupe Tarpea.
Una sezione, infine, viene dedicata alla più recente storia degli scavi del tempio di Giove Capitolino avviati con regolarità dal 1865 e alle opere scultoree emerse durante gli sventramenti lungo il margine di Via della Consolazione, per concludere con gli inediti risultati emersi dalle indagini che hanno rimesso in luce il numeroso materiale (terrecotte architettoniche e frammenti di scultura fittile) attribuibile alla fase arcaica e medio repubblicana dell’antico Capitolium.

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