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Roma
Inceneritore Roma, Conte: “Non c’è Schlein? Spero che potremmo recuperarla”
Sit in Roma contro inceneritore

Roma, dieci anni di emergenza rifiuti con 1 presidente di Regione e 3 sindaci e la Capitale muore dalla voglia di tornare al punto di partenza. Chiusa Malagrotta e azzoppato il “re della monnezza”, Manlio Cerroni, Gualtieri ci prova col termovalorizzatore e come primo effetto divide ancora di più il Pd dal Movimento 5 Stelle. Anche se Conte spera ancora.

Al sit-in il leader del Movimento Conte rilancia: “Non c’è Schlein? Spero che potremmo recuperarla, non diffidiamo. Non voglio far polemiche personali né di partito. Certo è che le battaglie si combattono o non si combattono. E certo non si non si possono combattere obiettivi come questi per cui ci si dichiara contrari vengono realizzati. Vanno combattuti adesso perché una volta realizzato un progetto così impattante, con una tecnologia che nasce obsoleta, poi non si può dire non è quello il futuro. Futuro si sta costruendo oggi in modo sbagliato”.

Scende in piazza il popolo dell'economia circolare

Chiamato a raccolta da Legambiente, il popolo dell'economia circolare scende in piazza Madonna di Loreto, visto che il Campidoglio viene negato per non turbare la visita degli ispettori di Expo 2030 e prova ad alzare la voce. C'è appunto Legambiente, c'è il Movimento romano, Italia Nostra e i sindaci beffati dal Comune di Roma che ha piazzato il progetto al confine estremo di Roma, quella Santa Palomba industriale dove se fai un passo in avanti sei ad aprilia, un passo a destra entri a Pomezia, poi Ardea, Albano e persino Nemi. Tutto ben lontano da Roma e dal Raccordo Anulare.

Poi ci sono i politici: la Raggi che ha governato sino ad 1 anno fa senza riuscire a sbrogliare la matassa della monnezza; c'è il leader dei Verdi, Bonelli, poi Fratoianni e Filiberto Zaratti. Il fronte del No è ampio ma non troppo, agguerrito ma non eccessivamente.

"Gualtieri dialoghi con i comuni confinanti"

E già accuse contro Gualtieri che perlomeno ci prova a togliere la monnezza e a fare un cadeau alla controllata Acea, unica candidata per ora a gestire l'impianto che brucia il dramma di Roma e tira fuori energia elettrica.

Per i sindaci come il Pd Massimiliano Borelli, non è in discussione (guarda caso) l'impianto, bensì il fatto che “Decisioni così impattanti che non riguardano solo la città di Roma meriterebbero un confronto. Il sindaco di Roma che è anche sindaco della città metropolitana dovrebbe perlomeno avere il bon ton di colloquiare con le amministrazioni vicine visto che ha deciso di collocare il termovalorizzatore ai confini del territorio comunale. Ci aspettiamo il dialogo istituzionale di confronto che non c'è stato finora”. Poi corregge il tiro e dichiara il mega bruciatore, “Una scelta di retroguardia, che ci porta indietro rispetto al resto dell’Europa”.

Per Angelo Bonelli dei Verdi, "Le correzioni possibili all'inceneritore sono l'utilizzo degli impianti esistenti e il ripristino della porta a porta. Inspiegabile che il porta a porta si sia fermato in molti quartieri di Roma perché troppo costoso, invece 750milioni di euro per realizzare un inceneritore non sono soldi, quasi un miliardo di euro. Dov'è l'Europa e l'economia circolare?".

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