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Roma
L'Antitrust condanna l'Atac a morte certa: affidamento diretto, si va al Tar
Uno dei nuovi bus mild hybrid presentati

Tra ritardi, disservizi, caos stavolta l'Atac rischia grosso. L'Agcom ha infatti annunciato il ricorso al Tar del Lazio contro la decisione della Giunta Gualtieri di evitare la gara d'appalto e di procedere all'affidamento diretto del servizio di trasporto di Roma dal 2024 al 2027.

Lo scrive l'Agcom nel bollettino settimanale: “Nell’adunanza del 31 ottobre 2023, ha deliberato di esprimere un parere, ai sensi dell’articolo 21-bis della legge 10 ottobre 1990, n. 287, in relazione alla Decisione della Giunta Capitolina n. 67 del 9 agosto 2023 e alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 159 del 19 ottobre 2023, entrambe aventi a oggetto “Approvazione della Relazione ai sensi dell’art. 14 comma 3 del D.Lgs. n. 201 del 23 dicembre 2022 e scelta dell’affidamento in house quale modalità di gestione del servizio di trasporto pubblico locale (non periferico) sul territorio di Roma Capitale, per le annualità dal 2024 al 2027”.

L'Agcom boccia il Comune di Roma

Ma l'autorità apre il “processo” ad Atac smentendo le giustificazioni fornite dal Comune sulle “sinergie e le flessibilità del rapporto in house” e quando passa alla promessa di “incrementare i servizi per qualità e quantità è durissima: “. I dati ricavabili dalle precedenti gestioni, di seguito sinteticamente illustrati, tendono piuttosto a dimostrare l’incapacità del gestore di migliorare il servizio nei termini prospettati”.

Per finire l'affondo sul contratto di servizio: ”Nell’attuale Contratto di servizio, non risulta essere stato sinora in grado di generare vantaggi di efficienza nella gestione del servizio o risparmi per l’amministrazione, l’ente non ha fornito alcuna evidenza a supporto delle stime fornite, ma solo generici riferimenti al miglioramento della flotta e delle politiche di mobilità”.

"Il Comune omette una compiuta valutazione del servizio"

E sull'operato del Comune, lascia senza fiato: “Deve rilevarsi, in ogni caso, l’omissione da parte dell’amministrazione di una compiuta valutazione circa l’andamento complessivo della gestione del servizio da parte di ATAC S.p.A. e sui problemi che ne hanno caratterizzato l’operatività e la capacità di investimento e di redditività, generando nella cittadinanza un diffuso senso di insoddisfazione e di sfiducia per la qualità del servizio. Tra le argomentazioni dell’ente si rilevano, infatti, soltanto alcuni riferimenti ai più recenti interventi di rinnovo della flotta - peraltro, come già notato, principalmente in capo all’ente affidante - e al presunto grado di soddisfazione dell’utenza, in assenza di una più ampia valutazione della gestione pregressa, quale base necessaria alla riconferma della modalità di gestione in house”.

Così al Campidoglio non resta altro che tentare di convincere l'Agcom con una relazione che deve essere trasmessa entro 60 gironi, poi deciderà se ricorrere al Tar.







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