L'arte come ponte tra rifugiati e i cittadini: un mosaico per il sociale
L'opera collettiva è esposta al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo
L'abile arte dei rifugiati sarà esposta al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, dove alcuni migranti dei centri d’accoglienza della Croce Rossa di Roma, insieme ai visitatori del Museo Nazionale Romano, hanno realizzato un mosaico nell’ambito del workshop dal titolo "Un mosaico come ponte di culture".
Il lavoro, curato tra gli altri dal mosaicista Alessandro Lugari, è liberamente ispirato all’opera esposta nella mostra "Archaeologi&Me” dal titolo “Ultime tendenze dell’arte moderna” di Alberto Barazzutti. Archeologia e arte fanno da tramite per un dialogo a più voci. Persone provenienti da esperienze molto diverse si sono confrontate su storie e tradizioni culturali, creando un’opera collettiva.
"L’archeologia e il patrimonio archeologico fanno comprendere come non sia mai esistita una cultura “pura”, priva di contaminazioni. Al contrario, il nostro continente è stato attraversato, fin dalle origini della sua vicenda umana, da grandiose ondate migratorie successive. Confini e muri sono stati prima o poi sempre superati da merci, uomini, linguaggi, idee". Così si legge nella nota di Archaeologi&me.
Il loro lavoro sarà visibile al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo fino al 23 aprile. L'opera sarà poi trasferita al Museo del Fiume di Nazzano, dove il 27-28 maggio 2017 sarà esposta nell'ambito del Concorso Internazionale di Mosaico “Pictor Imaginarius”.