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Roma
L'autunno nero di Roma: Gildo Rossi, Ugl: “Toccheremo con mano la vera crisi”

Roma, il Lazio, la politica del Comune e di Virginia Raggi, la Regione, il Coronavirus e gli effetti della crisi economica che ancora devono arrivare. Gildo Rossi, leader dell'Ugl romana, rompe la tregua d'agosto e avverte: “Sarà un autunno nero, credetemi”.

Il primo messaggio è per il sindaco Virginia Raggi, per la quale è servito su un piatto d'argento lo slogan: “Per lei il tempo è scaduto, è terminato. Tra poco ci saranno nuove elezioni e noi a tempo scaduto non facciamo altro che raccogliere tutte le problematiche che a Roma sono rimaste senza soluzioni e che sono sulle spalle di tutti i romani”.

Rossi, è questa la sintesi della vostra iperattività critica di questi mesi estivi? Tranne la tregua di Ferragosto, quello dell'Ugl è stato un bombardamento quotidiano. Perché?

“All'inizio di mandato le ho detto ereditare una città con così tanti problemi avrebbe necessitato un tempo giusto per capire conoscere e poi trovare soluzioni. Dopo tutti questi anni e quello che non è accaduto, è scaduto tutto quello che serviva per far rinascere una città”.

Detto da voi che siete additati come un sindacato di “destra” sembra una critica naturale. A proposito, ma poi siete un sindacato di destra, o no?

“Basta vedere gli iscritti e parlare con loro per capire che non c'è una bandiera politica. Abbiamo dei valori che provengono dalla “destra italiana” ma proprio perché parliamo di lavoro e sociale rimane solo la parola fare sindacato”.

Al rientro definitivo dalle vacanze che accadrà a Roma dal punti di vista economico?

“Sono una persona ottimista ma non posso che vedere una situazione che andrà degenerando. Se il nostro tessuto economico è dato dall'80 per cento di piccole e medie imprese, parliamo di negozi, di ristoranti di piccoli servizi. Dopo il Covid e le soluzioni adottate dal Governo e le “non soluzioni” della Giunta capitolina, automaticamente a settembre e ottobre ci aspettano dei mesi senza una ripresa palese. Per far riprendere l'economia di una città bisogna avere progetti, strategie e bisogna trovare i soldi. Io non sono a conoscenza di progetti e strategie”

Ma la paura di una Roma affamata che possa scendere in piazza?

“Già c'è un Italia affamata, figuriamoci Roma che è la Capitale e della quale non si riescono a capire le dimensioni. Per quello che abbiamo attraversato e le non soluzioni economiche, in Italia ci ritroveremo a settembre-ottobre con oltre 1 mln e mezzo di disoccupati e di questi Roma, proprio per le sue dimensioni se ne prenderà una bella fetta. Sono lavoratori disoccupati che a febbraio non sapevano di essere disoccupati, perché le loro aziende, seppur con problemi continuavano ad esistere. A queste imprese non abbiamo dato la possibilità di avere una liquidità vera, parliamo di un tessuto che si ritrova senza strategie e senza soldi per riprendere un cammino economico e quindi o hanno chiuso, o qualcuno ha riaperto e poi ha chiuso. E quando parliamo di chiusure parliamo di posti di lavoro che non esistono più. Una famiglia a febbraio si ritrovava con la serenità del posto di lavoro ma l'azienda è stata costretta a chiudere per 4-5 mesi: a fronte di questo le persone credo siano veramente arrabbiate. In autunno toccheremo con mano quello che ci è capitato negli ultimi mesi”.

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