Roma
L'avvocato dei Casamonica: "Tutti sapevano del funerale"
Tutti sapevano che il 20 agosto si sarebbero celebrati i funerali di Vittorio Casamonica. In primis, i rappresentanti delle forze dell'ordine. La conferma arriva dall'avvocato Mario Giraldi che cosi'' racconta: "Il giorno della morte di Vittorio Casamonica (18 agosto, ndr) ho subito presentato un'istanza alla corte di appello affinche'' il figlio Antonio, che seguo nelle sue vicende giudiziarie, potesse partecipare alle esequie trovandosi agli arresti domiciliari. Immediatamente le forze dell'ordine competenti per territorio si sono recate nell'abitazione dove viveva il defunto assieme ai figli per un sopralluogo ed erano quindi a conoscenza che il 20 ci sarebbero stati i funerali".
Vittorio Casamonica, stando a quanto è a conoscenza del suo difensore, era stato indagato per truffa e appropriazione indebita. "Rosy Bindi e il sindaco Marino - continua l'avvocato Giraldi - avrebbero dovuto astenersi dal pronunciare parole gravi e indegne sul conto di Vittorio Casamonica. Prima di parlare avrebbero dovuto informarsi sul suo curriculum penale per accertarsi che lui non ha mai avuto a che fare con la mafia ne' con lo spaccio della droga".
A conferma di quanto riferito è il carteggio tra la la Corte d'Appello di Roma e i Carabinieri di Ciampino: proprio la Corte d'Appello aveva trasmesso ai Carabinieri di Campino un documento "urgentissimo" in cui si consentiva al figlio del patriarca del clan, Antonio Casamonica, agli arresti domiciliari, di partecipare alle esequie.
"L'imputato può allontanarsi dalla propria abitazione alle ore 10 del 20 agosto 2015, per recarsi con i propri mezzi presso la chiesa di San Giovanni Bosco al Tuscolano, in Roma, e successivamente al cimitero del Verano, in Roma", ma deve rientrare "alle ore 14 della stessa giornata". Il documento viene inviato dal presidente della prima sezione della Corte d'Appello Giorgio Maria Rossi alla tenenza di Ciampino, con la scritta a penna "urgentissimo".
In extremis, la mattina del 20 agosto, Rossi firma inoltre il permesso per Loreta Casamonica, nipote di Vittorio, anche lei ai domiciliari: alla donna viene concesso di uscire per 5 ore, dalle 9 alle 14, e anche in questo caso il documento, che arriva ai carabinieri di Roma Tor Vergata meno di due ore prima dell'inizio della cerimonia, viene contrassegnato dalla scritta "urgentissimo".