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Roma
La doppia vita della top model Adriana Soares: dalla passerella all'arte

Top model nel passato, artista eclettica nel presente, oscillante tra pittura e fotografia attraverso un percorso che la stessa Adriana Soares, definisce “foto pittorico”.



Adriana Soares vive a Roma da quando aveva 13 anni e rappresenta un modello di cambiamento intelligente al quale potrebbero e dovrebbero ispirarsi le migliaia di ragazzine che spingono per mettere un piede davanti all'altro e che, quasi ossessive compulsive, pensano che la raffica di selfie, possa aprire loro ogni porta.

Adriana, da dove partiamo per raccontare la sua storia? Dalla prima vita da modella e fotomodella o dalla seconda parte, quella dell'artista?
“Guardi, io ho iniziato a lavorare a 13 anni e ho sfilato per Ferrè, krizia, Lorenzo Riva, Cavalli. Mmh forse faccio prima a dirle quali sono gli stilisti con i quali non ho lavorato... Ma era un altra stagione. E' stato un momento meraviglioso perché sfilavo, posavo; giravo il mondo anche se già c'erano i primi segni della decadenza. Mia zia era un top model negli ani Settanta e lei sì che si è divertita, a me è toccata la coda prima della crisi”.

Allora concentriamoci sulla second life. Chi è Adriana Soares oggi?
“La mia biografia me l'ha regalata Alessandro Vettori, un poeta. E' uno scatto emozionante sulla mia esistenza”.

Leggiamone uno stralcio insieme...
“Adriana Soares nasce a Rio de Janeiro. Alla fine degli anni ‘Ottanta si trasferisce in Italia dove, dopo aver lavorato come modella per i più grandi stilisti di moda, decide di seguire la sua vera vocazione artistica-creativa, iscrivendosi nel 2004 all'Istituto Superiore di Fotografia di Roma. Sin da subito realizza innumerevoli shooting fotografici per diversi brand di moda e riviste del settore. La Soares sperimenta in continuazione la grafica fotografica con nuove tecniche, sino alla realizzazione di opere foto-pittoriche stampate su metallo”.

E poi che succede?
“Partecipa a numerose mostre collettive in Italia  - scrive il biografo poeta - e all’estero, da Mosca a Parigi, da Londra d Amburgo. Nel 2014 vince il Premio Foto Art Paris ed il Premio Helas a Salonicco, in Grecia. Dopo aver vinto nel 2013 il primo premio al Concorso Internazionale d'Arte del Comune di Corchiano, vede la sua opera "Margherite rosa" esposta in maniera permanente all’interno della pinacoteca del Comune. A novembre esporrà al Museo di San Salvatore in Lauro a Roma. A fine 2014 esporrà nella Galleria Tartaglia di Rio de Janeiro in una collettiva con alcuni dei massimi artisti brasiliani e realizzerà, per il secondo anno consecutivo, una mostra personale a Ronciglione (VT), in occasione del Cubo Festival, con il patrocinio delle istituzioni”.

Dunque fotografa di moda e di nudo, artista dell'immagine e anche mamma. Non dorme?
“E' una tragedia se fosse per me dormirei anche 20 ore. Pensi che io mi ritocco pure le immagini. E mi trucco anche le modelle.”

Ultima modella fotografata?
“Giordana Vasquez, Laura Bath ma anche talenti osè e star come Giselle Bunken”.

Come sono cambiate le modelle da “ieri” a oggi?
“Una volta erano più preparate, non si improvvisavano e facevano corsi – a proposito, anche io tengo uno stage – anche con bon ton e imparavano a parlare. Ad un certo punto la decadenza, si prendono le ragazze per strada e le mettono in posa. Ha iniziato con Dolce e Gabbana. Se vai a vedere le sfilate camminano come se fosse in strada, non stanno dritte e sono scoordinate”.

E da un punto di vista della bellezza?
“Si sta omologando. Me lo ha detto anche un make up artist.... sono tutte uguali.. Prima c'erano Linda Evangelista, Naomi, Cindy Crawfor. Erano donne e star. Adesso sono diventate delle “stampelle a porter”. Purtroppo. Sono piccoli robot senza personalità .. dei cyborg. E se lo dico agli stilisti mi rispondono che “come voi non ci sono più”.

Torniamo all'arte...
“Top secret. Una sorta di contaminazione tra foto di nudo, ritratti e le fotopitture. Un critico mi ha definita surrazionale.... non dico chi è ma è un critico importante. Ne riparliamo a dicembre e vedrete i mei lavori grazie all'aiuto di una banca che ha sponsorizzato una mostra”.

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