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Roma
Lo Stato mette le mani sul tesoro da 6 mln del re della droga del Trullo

Le mani dello Stato sul tesoro del narcotrafficante del Trullo: 6 milioni di euro tra aziende, conti correnti, auro e immobili riconducibili e Daniele F, romano.

Il patrimonio è stato sequestrato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma che hanno eseguito un blitz, dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, disposto dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. 

Nel dettaglio a finire sotto sequestro le quote e l’intero patrimonio aziendale di una società di trasporti - la cui sede operativa è ubicata in zona Santa Palomba - e di un’azienda ortofrutticola di via del Trullo, un appartamento ubicato in via del Fosso di Santo Spirito, un immobile di via Monte delle Capre, 17 rapporti finanziari (tra conti correnti, libretti di deposito, contratti di acquisto di titoli di Stato, azioni, obbligazioni e assicurazioni) e un veicolo, per un valore di 6 milioni di euro. E' stato sequestrato, questa mattina, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma che hanno eseguito un blitz, dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, disposto dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. 

Destinatario della misura Daniele F. 42 anni, ritenuto il capo dei “narcos” del Trullo, a cui i beni sono risultati riconducibili direttamente o indirettamente, arrestato il 14 gennaio scorso, nell’ambito dell’operazione antidroga, denominata “New Line”, ad opera degli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo di Via In Selci. 

L’indagine che a gennaio aveva portato all’arresto di Daniele F., insieme ad altri 15 sodali, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, aveva consentito di identificare l’esistenza di una banda, i cui componenti sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dall’uso di armi.

Promosso e diretto dal D.F., il sodalizio criminale era dedito al narcotraffico, interessato al rifornimento di ingenti quantità di cocaina, hashish e marijuana nei quartieri romani del Trullo, Monteverde e Montespaccato, con un’espansione dell’interesse criminale anche nell’area del comune di Pomezia, con un giro d’affari stimato intorno ai 400/500mila euro al mese.

Durante le indagini sono stati arrestati, in flagranza di reato, numerosi spacciatori appartenenti all’organizzazione criminale, sequestrati ingenti quantitativi di droga e segnalato alla Prefettura di Roma numerosi assuntori di sostanze stupefacenti.

I successivi accertamenti patrimoniali svolti dai Carabinieri hanno evidenziato la sperequazione tra i redditi dichiarati dal D.F. e le spese sostenute, dati che hanno rivelato come il 42enne avesse reinvestito i proventi della sua attività illecita, facendoli confluire – perlopiù - in società, attività finanziarie ed immobili, intestandoli fittiziamente a terze persone (familiari e/o prestanome).

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