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Roma
“Lucio Battisti non era fascista“. Anzi, votava per Pannella. La rivelazione

Marcello Baraghini è stato (anzi è!) un editore rivoluzionario, al pari di Arnoldo Mondadori, Giangiacomo Feltrinelli, Valentino Bompiani e Giulio Einaudi. Ma per far scattare un’associazione mentale nel lettore è necessario evocare un’immagine precisa, I MILLELIRE o ancor meglio Epicuro Lettera sulla felicità.

Una manciata di fogli spillati al centro che fece impazzire l’Italia al principio degli Anni novanta. Inizialmente ci fu anche il dubbio se potessero essere definiti libri, ma la richiesta del pubblico polverizzò ogni resistenza del paludato mondo dei libri. Un’idea semplice ma che nessuno aveva messo in atto sconvolse l’asfittico mondo editoriale, un terremoto del massimo grado.

In un libro la storia della parabola editoriale. E spunta la lettera di Battisti

Basterebbe questo a far correre il lettore ad acquistare una copia del libro nel quale Baraghini ha riversato la storia della sua parabola libraria, ma l’editore pesca un diamante dal suo archivio privato: una lettera speditagli da Lucio Battisti al quale aveva chiesto un endorsement elettorale. Sì, perché Marco Pannella lo aveva arruolato nel vascello pirata del Partito Radicale. E il musicista di Poggio Bustone gli risponde in una lunga lettera autografa, un’analisi lucida e spietata del momento storico-politico, e dichiara perché alla fine lo voterà, sono due “eretici” ognuno nel loro campo d’azione che si confrontano e il risultato è strabiliante. Nè Baraghini e tantomeno Battisti accetteranno mai alcuna sorta di compromesso al ribasso:

lettera lucio battisti baraghini
 

“(…) E piantala di rompere le scatole alle nuove generazioni: non capirebbero!

Lucio Battisti

P. S.: (…) avevo deciso di non andare a votare! Sono stato costretto a ragionare per scriverti questa lettera (e ragionare, di questi tempi, è pericoloso. Per non sentirmi un verme sono costretto a partecipare a queste fottutissime elezioni e darti il mio fottutissimo voto…”.

Anche Silvio Berlusconi appena acquistata la Mondadori dagli eredi lo riconobbe: “In Italia esistono due soli editori, io e Baraghini”. Tutte le strade portavano a Marcello e alla sua idea rivoluzionaria. Baraghini è stato un protagonista della Controcultura, ha organizzato festival, momenti di aggregazione estemporanei, raccolto firme per i referendum civili, ha collezionato centinaia di denunce mentre combatteva le sue battaglie. Poi tutto è precipitato, altri si sono appropriati della sua intuizione, utilizzando una potenza di fuoco commerciale per lui proibitiva e distorcendo la sua idea. Arrivarono sul mercato classici di ogni tempo a prezzi irrisori, l’effetto novità svanì così come era arrivato lasciando l’editore in tribolazioni societarie che hanno infranto un sogno. Baraghini continua a ballare con i libri da un casale toscano, venerato come un guru da chi di libri capisce veramente qualcosa.

BALLA COI LIBRI
50 anni di controcultura fra passato e presente
MARCELLO BARAGHINI si racconta a DANIELA PIRETTI
Iacobelli Editore

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