Roma
Mafia a Roma, Marino è salvo. Il Governo condanna Ostia

Sarà una delegazione guidata dal prefetto Domenico Vulpiani, già capo della DIGOS di Roma dal 1996 al 2001 e ora coordinatore dei Centri elaborazione dati del ministero dell'Interno, a tenere le redini del X Municipio di Roma Capitale dopo il ciclone Mafia Capitale che ha finito per travolgere l'amministrazione di Ostia. La decisione del ministro degli interni Alfano approvata dal Consiglio dei Ministri è arrivata in quello che era stato definito il giorno più lungo per la Giunta Marino.
Se lo scioglimento del Comune era un'opzione già scongiurata l'assenza del sindaco ha tuttavia infastidito il Governo e, a domanda diretta, nè il ministro Alfano nè il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti hanno voluto rispondere.
"E' indubbio che emerga una situazione amministrativa della città di Roma piena di gravi vizi di legittimità e procedurali che richiedono interventi correttivi da parte dell'amministrazione capitolina - ha precisato il ministro Alfano che ha precisato come la "legge preveda il commissariamento per il quale non abbiamo ritenuto sussistere i presupposti", mentre "il supporto del ministero dell'Interno è auspicato per correggere la rotta ed estirpare quegli elementi che possono continuare a rendere negativa la gestione negativa dell'ente".
Ecco dunque l'incarico al prefetto di Roma ad agire per il risanamento della città: sotto il controllo di Gabrielli finiscono così i tre dipartimenti coinvolti nell'inchiesta 'Mondo di mezzoì nonchè la gestione di 8 ambiti definiti sensibili alle infiltrazioni malavitose: sotto stretta osservazione quindi il verde pubblico, l'assessorato alla casa e la gestione dei campi nomadi, ma anche il servizio forniture del Campidoglio, i concorsi, l'albo delle aziende fiduciarie, la centrale acquisti, le nomine dirigenziali e anche il contratto di servizio con Ama spa.
Sul tavolo del Consiglio dei ministri anche il dossier Giubileo: anche in questo caso nessun commissariamento de facto del Comune, ma sarà sempre il prefetto Gabrielli a dover fungere da 'raccordo operativo' sul modello seguito dall'Expo di Milano. Come in quel caso tutte le procedure saranno inoltre attenzionate dall'autorità nazionale anticorruzione.
Al Campidoglio resta la competenza su accoglienza e mobilità, mentre il Consiglio dei Ministri ha deliberato per consentire una riduzione dei tempi delle procedure. "Nessuna deroga -spiega l sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti - ma le cose necessarie a gestire l'evento siano realizzate in tempo", ha sottolineato De Vincenti. "Tutto all'interno delle procedure ad evidenza pubblica".
Nessun nuovo stanziamento di risorse, i soldi per il Giubileo il Comune deve trovare i fondi tra le pieghe del bilancio e nel programma del Piano di rientro. "Le risorse - ha specificato il sottosegretario - vengono dalle risorse a disposizione del comune di Roma e la prossima settimana ci sarà una riunione con il Mef per capire quali sono gli spazi di bilancio per garantire il migliore svolgimento".