Mafia Capitale, l'accusa di Codacons: “Sbagliato estromettere i cittadini”
Dubbi sul procedimento confermati dalla Corte di Cassazione
Codacons continua ad avere dubbi sul procedimento del caso dell'anno, quello di Mafia Capitale, che oltre ad avere coinvolto 46 imputati ha segnato nel profondo la città di Roma.
I cittadini di Roma sono infatti stati esclusi dal processo e nemmeno a Codacons è stata data la possibilità di costituirsi parte civile. “Si tratta di un procedimento condotto male e da cui i cittadini, primi danneggiati dai reati contestati in Tribunale, sono stati ingiustamente estromessi – spiega il presidente Carlo Rienzi – I giudici, nel corso del processo, hanno infatti escluso gli abitanti di Roma e il Codacons dall’elenco delle parti civili, come se le spiagge sporche, la spazzatura non raccolta e le buche stradali, tutte conseguenze del fenomeno Mafia Capitale, non abbiano costituito un danno diretto e immediato per chi paga tasse sui rifiuti e su tutti i servizi a prezzi gonfiati a causa della corruzione”.
E i dubbi dell’associazione sul processo sono stati confermati dalla Corte di Cassazione che, pronunciandosi sul ricorso presentato dal Codacons contro il comportamento tenuto in aula dal Presidente del Collegio Rosanna Ianniello ha sostenuto che “Erroneamente il Tribunale ha negato l’interlocuzione delle difese di parte civile in risposta alle deduzioni delle difese degli imputati che avevano posto questioni preliminari sulle rispettive costituzioni“.