Roma
Mafia Capitale, ultimo siluro per Marino. Lite a distanza con Galli Della Loggia

L'analisi secondo cui la macchina amministrativa pubblica sarebbe "sostanzialmente marcia e i tentativi di governo si infrangono contro questa realtà", è "in gran parte vera, ma è anche una sorta di De profundis sull'Italia con cui non sono d' accordo". Lo scrive in una lettera al Corriere della Sera il sindaco di Roma, Ignazio Marino, rispondendo alle critiche arrivate con un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sullo stesso giornale.
"In molti - dice il sindaco Marino - siamo animati da passione e determinazione per cambiare le cose ed esiste una classe dirigente moderna dotata di capacità che ha avviato profonde e radicali riforme. È quanto in atto da due anni a Roma e che il governo di Matteo Renzi sta facendo nello Stato". "La resistenza strenua ad ogni tipo di innovazione - aggiunge -, le eredità negative esistono certamente e sono fortissime ma arrendersi è una scelta che non farò mai".
"Ciò che ho fatto - scrive ancora - è stato rompere le vecchie incrostazioni di favoritismo e familismo (queste sì un cancro lasciato da una destra e da un consociativismo segnati dalle inchieste giudiziarie su parentopoli e collusioni con la mafia), per introdurre il merito come stella polare nelle scelte che riguardano l'amministrazione. Si guardi come abbiamo cambiato i vertici di Acea, o ai bandi pubblici internazionali per il city manager o la guida amministrativa nelle nostre istituzioni culturali famose in tutto il mondo".
E sule sue origini genovesi: "La polemica sulla mia romanità è stucchevole: questa sì è frutto di un campanilismo provinciale: essere romani da sette generazioni non garantisce una migliore capacità di governo".
Chiosa al vetriolo Galli Della Loggia: "Dato che è di dominio pubblico la scarsa popolarità di cui da tempo lo gratifica la popolazione romana e allo stesso tempo il disamore che il suo stesso partito gli manifesta, a che cosa il sindaco crede che ciò si debba? E a che cosa dovremmo noi attribuirne la responsabilità? A un complotto mediatico? Al caso?".