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Roma
Mascherine obbligatorie, il Lazio ci ripensa: Zingaretti scarica sui comuni

Coronavirus e mascherine obbligatorie, arriva il dietrofront della Regione Lazio: mentre l'assessore alla Sanità D'Amato faceva trapelare che la firma della nuova ordinanza restrittiva fosse oramai alle porte, il presidente Nicola Zingaretti spegne ogni dubbio annunciando che nessun nuovo provvedimento è in arrivo e scaricando la “patata bollente” assembramenti ai comuni.

 

Quando tutto sembrava fatto ecco arrivare il ripensamento decisivo, un ripensamento contenuto in post apparso direttamente sulla pagina di Zingaretti: “Stiamo monitorando con attenzione la situazione e ringrazio tutto il personale sanitario impegnato nel controllo del territorio. Per ora non procederemo con una ordinanza su obbligo mascherina, ma riprenderemo una forte campagna di informazione per invitare tutti alla responsabilità e a rispettare le regole. Faccio un appello ai sindaci a emettere, lì dove necessario, ordinanze per limitare ed evitare assembramenti”.

In sostanza il numero uno della Pisana e segretario Pd rimanda a più avanti il problema passando la palla, e la responsabilità, di eventuali nuovi contagi ai comuni, su tutti alla nemica Raggi che è sommersa da fotografie che immortalano i ragazzi nelle piazze simbolo della movida ammassati e senza mascherina.

Chi sicuramente non si aspettava questa presa di posizione da parte di Zingaretti è il suo stesso assessore alla Sanità, Alessio D'Amato. Nella mattinata l'assessore aveva confermato che la Regione stava studiano una soluzione per limitare gli assembramenti e rallentare la diffusione del Covid-19, e tra questa al primo posto c'era quella dell'ordinanza sulle mascherine obbligatorie.

"Stiamo cercando di capire quale sia la soluzione migliore – aveva detto D'Amato ai microfoni di di Centocittà su RaiRadio1 –. In questi casi, o ci si affida al grande senso di responsabilità di tutti oppure bisogna adottare provvedimenti di natura amministrativa che prevengano la diffusione del virus".

La Regione, scaricato il problema assembramenti ai comuni, si concentrerà ora sui voli di rientro di soggetti provenienti da zone ad alta incidenza virale: "Stiamo valutando, con il ministero, l'ipotesi di fare direttamente in aeroporto tamponi e test rapidi a campione sui voli partiti da Paesi a rischio. Lo abbiamo già sperimentato con i voli provenienti dal Bangladesh quando siamo riusciti a rintracciati oltre 240 positivi con una percentuale anche importante su alcuni voli che ha raggiunto un caso ogni 8 passeggeri. Sui voli con gli Usa non ancora bloccati si tratta di scelte che competono al Governo", ha aggiunto ancora D'Amato.

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