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Roma
Nel Lazio un quarto dei giovani è inattivo: il dato peggiore del centro Italia

L'Italia è il Paese europeo con il più alto numero numero di "neet", termine che indica ragazzi tra i 15 e i 30 anni che non studiano e non lavorano. Tra le Regioni del centro Italia il Lazio è quella con il dato più alto: il 25%.

I neet in Italia sono più di tre milioni e sono per il 56% donne (1,7 milioni). Si tratta per lo più di persone inattive e scoraggiate, che hanno cercato di trovare lavoro. Il 18% è costituito da giovani di origine straniera. Due terzi di loro ha un titolo di studio minore o un diploma. I neet sono diffusi soprattutto nel sud Italia, dove rappresenteano il 39% dei giovani. Nel centro Italia sono il 23%, mentre nel nord est e nel nord ovest sono rispettivamente il 18% e il 20%. Nel grandi città si concentrano sopratutto persone sopra i trenta anni che hanno perso o lasciato il lavoro e che ora sono scoraggiati e inattivi.

Sono questi i dati del rapporto "Neet tra disuguaglianze e divari. Alla ricerca di nuove politiche pubbliche”, presentato a Roma dalla Cgil e da ActionAid, insieme alle raccomandazioni per il nuovo Governo e il nuovo Parlamento su come si potrebbe risolvere questa situazione. Tra le raccomandazioni ci sono soprattutto richieste di interventi di giutizia economica, revisione di misure che non hanno funzionato come Garanzia Giovani e misure per garantire pari opportunità.

"Occorre modificare la narrazione sui giovani nel dibattito pubblico, per ridare loro centralità nelle politiche e negli interventi dei prossimi anni - ha detto Christian Ferrari, segretario confederale della Cgil - i giovani non sono il problema del nostro Paese, ma una straordinaria risorsa fin qui inespressa. Le condizioni di contesto, infatti, li hanno relegati troppo spesso in una situazione di esclusione sociale come quella dei Neet".

"Dobbiamo festrutturare il fenomeno Neet e decostruire gli stereotipi che per anni hanno ostacolato la realizzazione di politiche adeguate sono passi essenziali da fare - ha spiegato Katia Scannavini, vicesegretaria nazionale di ActionAid - servono politiche integrate, sostenibili nel tempo e che rispondano in modo efficace ai bisogni specifici dei giovani, riconoscendo tra le cause della condizione di Neet le disuguaglianze che attraversano l’intero Paese".

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