Roma
Olimpico muto, tifo addio. Resta il muro in curva
Più che i risultati sportivi, nella Roma calcistica a tenere banco sono i temi relativi alla divisione delle Curve Sud e Nord dello Stadio Olimpico, il cuore caldo del tifo di Roma e Lazio. Da tempo teatro desolato, l'impianto gestito dal CONI ha subito un progressivo svuotamento, dovuto soprattutto alle barriere apposte all'interno dei due settori dall'inizio della stagione sportiva in corso. Il principale responsabile di questa scelta, a detta di molti, è il prefetto Gabrielli, col quale le due società hanno spesso cercato un dialogo, trovando di contro a volte una posizione estremamente rigida. Lo stesso Gabrielli, però, ormai saturo di polemiche che vanno avanti da mesi e giunte oramai ad un punto morto, prova a spiegare ancora una volta la sua posizione in merito a questo tema: "C'è un percorso che è stato sollecitato dalle due società, in particolar modo dalla Roma. E' stato siglato una sorta di accordo per trovare un percorso che concili gli interessi di tutti. Leggevo, ed è una cosa che mi fa molto sorridere, che è Gabrielli che non ne vuol sentire parlare di queste cose, ma lo dico per l'ennesima volta, perché mi sono stancato di fare il San Sebastiano su questa vicenda: la divisione delle curve non è un'idea di Gabrielli, è un'indicazione del ministero dell'Interno e di una specifica task force dell'aprile 2014. È una richiesta specifica del questore, esaminata dal comitato per l'ordine e la sicurezza, e siccome io sono uno che si assume le responsabilità, me ne sono fatto carico insieme ad altri. Poi che il tema delle divisioni riguardi il prefetto Gabrielli credo sia molto scorretto, io la mia responsabilità me la porto fino in fondo. Però, anche questo discorso sui Daspo incrementati su mie indicazioni, le sanzioni per il cambio di posto, sono tutte fregnacce, perché sono cose che non competono a me. Si continua ad attaccare strumentalmente la mia persona, ma ormai me ne sono fatto una ragione. Lo considero il prezzo del biglietto, una maniera molto scorretta di fare informazione. Sembra quasi che io sia arrivato il 3 aprile per rendere la vita complicata a questa città. Il mio interesse è quello di essere utile e nel mio essere utile so assumermi le mie responsabilità e a volte non riesco a vedere che altri lo fanno. Se dovessi riavvolgere il nastro farei esattamente le stesse cose perché, come ho detto altre mille volte, la cosa che mi interessava di più non è l'aspetto della sicurezza della curva ma la safety della curva, perché la mia preoccupazione è che in una curva dove mediamente ci possono stare ottomila persone ce ne sono dodicimila. Questa era la mia preoccupazione e quindi ho accolto indicazioni e ho applicato disposizioni che non ho fatto io".