Roma
Pd-M5S: la guerra per Roma: "Cara Raggi: prova la tua onestà"
Roberto Giachetti dà il via alla "carica" del Pd









E' il giorno dell'incontro plenario e della scelta del nemico. Roberto Giachetti sale sull'onda della polemica per il tonfo in borsa di Acea, "spinta" al ribasso dalle dichiarazioni di Virginia Raggi sul futuro del management, e spara ad alzo zero sulla candidata a Cinque Stelle.
E visto che al ballottaggio sono destinati in due è bene far capire subito i torni che il Pd che vorrebbe Giachetti sindaco intende usare: "Cara Raggi io ho una storia che parla, altro che magna magna, con me il magna magna è finito - tuona io sono una persona per bene. Mentre altri mangiavano io digiunavo per i diritti civili e il rispetto delle regole".
Sulla differenza di "stile" tra Pd e M5S, va giù duro: "Il partito è una cosa seria, non una srl. Il nostro è un grande partito e il vostro candidato è certamente una persona onesta, ma questo non basta. Raggi continua a buttarla in caciara, evita di confrontarsi nel merito. "Oggi ho letto accuse ridicole dopo le sue dichiarazioni improprie su Acea. Apprendo da lei che io sarei amico di Caltagirone. Non ho mai avuto piacere di conoscerlo - ha aggiunto - io sono amico dei romani e lei dimentica che il 51% di Acea è proprietà del Comune, dei romani. Il Rutelli boy fa parte di quella squadra che nel '97 tagliò milioni di metri cubi anche a Caltagirone".
Ancora sulle differenze, stavolta personali: "Partiamo dal fatto che siamo tutti e due onesti, tra di noi c'è una piccola differenza: io ho amministrato per anni, ho firmato delibere per miliardi e non ho avuto nemmeno un biglietto di auguri dalla Procura o dalla Corte dei Conti - ha spiegato - la differenza sta nell'amministrare. Io ho provato la mia onestà nell'amministrare, tu devi ancora provarla". E ha detto ancora: "Ma come faccio a fidarmi di te sulle aziende, quando i Cinque Stelle hanno dimostrato il loro fallimento dove hanno governato, soprattutto a Livorno? Bella, qui siamo io e te e dobbiamo scegliere il sindaco di Roma. Lascia stare Renzi e Grillo, parla di noi due, se ci credi".
Poi lascia il nemico "eletto" e spiega al popolo Pd: "Le liste che vogliono collegarsi a me, a prescindere dalle valutazioni politiche, dovranno farmi avere almeno una settimana prima della scadenza della presentazione delle liste, l'elenco completo dei candidati di Comune e Municipi. Ciascun candidato dovrà presentare il certificato dei carichi pendenti - questo è il mio - e aver sottoscritto un codice di onore. Non basta essere puliti. Squadra e programma saranno presentati 15 giorni prima del primo turno. La giunta non sarà oggetto di contrattazione e non ci saranno consiglieri comunali, così dopo il voto potrà insediarsi e iniziare a lavorare da subito".
L'appello per concludere: "Siamo stati tormentati dalle lotte fratricide. Con questa campagna elettorale possiamo ricostruire il partito a Roma. Basta, non è più il tempo di congressi anticipati o scazzi retrospettivi. Io voglio vedere l'intera classe dirigente ventre a terra per vincere le elezioni. Come potete immaginare anche io avrei qualcosa da dire su quel che accaduto in passato, anche su quel che ho vissuto in questi mesi, eppure ho deciso dall'inizio della campagna di tenermi quelle cose e non accogliere alcuna provocazione. Continuerò così. Gli avversari sono fuori".