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Roma
Pieni poteri a Roma Capitale. Maggiori fondi e stesse competenze di regioni

A pochi giorni dal suo compleanno, Roma si appresta a cambiare abito legislativo. La Commissione Affari costituzionali ha infatti votato all'unanimità l'adozione del testo base sulla riforma dei poteri della città. Un passo storico che permetterà alla Capitale di avere gli stessi poteri delle città metropolitane e delle regioni ordinarie, ad esclusione della sanità. Oltre a prevedere fondi aggiuntivi.  

Il testo prevede una modifica al titolo V della Costituzione, più precisamente negli articoli 114 e 117. Modifiche che disciplineranno i poteri della Città in maniera tale da equiparare Roma alle altre capitali europee.

Pd e Forza Italia: “Pieni poteri è importante risultato”

Voci di approvazione arrivano dal Partito democratico e da Forza Italia, con in prima fila Stefano Ceccanti e Annamaria Calabria, relatori del provvedimento, e Paolo Barelli, primo firmatario della proposta di legge. La piena potestà legislativa di Roma Capitale è “un obiettivo che Forza Italia persegue sin dal 2009, quando il governo Berlusconi volle una legge che si poneva come obiettivo un nuovo stato giuridico per la città e fondi adeguati”, sottolinea la deputata di Forza Italia, Annagrazia Calabria, nonché vice presidente della Commissioni Affari costituzionali della Camera. "Alla Città sarà riconosciuta potestà legislativa nelle stesse materie che la Costituzione assegna alle Regioni, fatta salva la tutela della salute e le altre che verranno eventualmente decise con legge dello Stato, con la possibilità di delegare maggiori poteri amministrativi ai municipi”.

Le fa eco Paolo Barelli, presidente di Forza Italia, secondo cui il testo base “rappresenta un importante risultato perché avvia un percorso virtuoso che restituisce dignità e nuova linfa alla Capitale d'Italia”. Roma, aggiunge Barelli, “potrà avere poteri di carattere legislativo, ad esclusione di quelli sulla sanità e le altre materie saranno stabilite d'intesa tra lo Stato e la Regione Lazio con legge ordinaria”.

Anche dalla sinistra arriva un plauso per l’approvazione del testo base. Per Roberto Morassut, vicepresidente del Pd alla Camera, è una “svolta storica che apre una prospettiva di radicale riforma delle prerogative di Roma”, mentre il deputato dem il deputato, Stefano Ceccanti, ricorda come “la latitudine massima sia quella dei commi terzo e quarto dell'articolo 117, ossia delle materie di competenza concorrente e di competenza residuale regionale, esclusa comunque quella sanitaria ed anche le altre che saranno eventualmente escluse dall'intesa”. Adesso sarà fondamentale accelerare l’iter parlamentare per far approvare il testo sia dalla Camera, sia dal Senato.

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