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Roma
Pini di Roma, trovata la cura al parassita killer: la soluzione è un'iniezione

Pini di Roma, trovata la cura al parassita killer che ha messo a rischio estinzione oltre un milione di alberi della città: la soluzione è l’endoterapia, una iniezione di pesticida eseguita sul tronco in grado di abbattere la Cocciniglia Tartaruga.

A rivelare come porre fine all'emergenza è stata Eur Spa durante un webinar dedicato al pericoloso parassita, che sta colpendo i pini di Roma e mettendo a rischio il valore ambientale, storico e monumentale del paesaggio urbano, che si è incaricato di fare un punto sulla situazione causata dalla cocciniglia aliena, per sensibilizzare e coinvolgere le risorse professionali esistenti allo scopo di attivare collaborazioni indispensabili nella gestione integrata. Sono stati condivisi pubblicamente i risultati di uno studio pilota e di una sperimentazione nata dalla collaborazione in essere tra Eur SPA e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” partita 15 mesi fa ed effettuata su parte del patrimonio arboreo di Eur Spa che conta 1.000 pini, e che ha ottenuto ad oggi risultati positivi sull’88,5% dei campioni trattati.

“È fondamentale confrontarsi e agire concretamente – ha dichiarato il sindaco di Roma, Virginia Raggi – per tutelare i nostri pini, alberi simbolo di Roma. La nostra è una città con un patrimonio arboreo di inestimabile valore e deve essere protetto. Sul verde abbiamo cambiato passo rispetto al passato: abbiamo investito somme mai viste prima. Quelle che abbiamo messo in campo sono risorse straordinarie per dare programmazione, continuità e regolarità alla cura e alla manutenzione del verde. È un impegno concreto che portiamo avanti con grande determinazione”.

“Organizzare a maggio 2021 all’Eur, al Palazzo dei Congressi o alla Nuvola, gli Stati generali dell’Albero, per discutere in maniera integrata di verde urbano, partendo proprio dall’emergenza dei pini domestici – ha dichiarato il presidente di Eur Spa, Alberto Sasso – rappresenta l’esigenza reale di parlare in modo più ampio e interdisciplinare del paesaggio urbano, anche in funzione della resilienza al cambiamento climatico, e proporre un’azione di sistema che finalmente coinvolga insieme la parte scientifica, amministrativa e più in generale la cultura cittadina. Abbiamo voluto divulgare – prosegue Sasso - un protocollo d’azione scientificamente provato in ambiente urbano, efficace e soprattutto economicamente sostenibile su vasta scala, proprio per allargare la platea degli attori che lottano contro questa malattia, che potrebbe cambiare irrimediabilmente il volto di Roma”.

“Sono stati valutati differenti approcci – ha dichiarato Antonio Pietro Garonna, Professore di entomologia generale applicata all’Università degli Studi di Napoli Federico II - dall’intervento in chioma con saponi molli di potassio alla tecnica endoterapica con abamectina. I risultati finora ottenuti – prosegue - dimostrano che l’endoterapia è promettente nell’abbattere le popolazioni della cocciniglia a densità tali da permettere ai pini di recuperare capacità vegetative. È da auspicare – conclude – l’adozione di una gestione agronomica integrata dei pini domestici, come riportata nelle Linee guida ministeriali, per la salvaguardia del patrimonio arboreo colpito dal parassita alieno”.

“Fortunatamente – ha dichiarato Sabrina Diamanti, presidente CONAF – sembra che la ricerca scientifica abbia trovato delle soluzioni a questa patologia, che sta distruggendo i pini di Roma e minacciando un patrimonio nazionale. La vicenda, però, deve far riflettere sulla generale mancanza di cura del verde urbano nelle nostre città. Nell’immediato – prosegue -, ai pini di Roma serve la competenza tecnica altamente qualificata di un agronomo, per applicare la cura partendo dalle soluzioni individuate dai ricercatori universitari. Nel medio periodo, invece, bisogna cambiare il modo di pianificare le città: va trovato un equilibrio tra le esigenze dei cittadini e quelli del verde urbano, va rispettato il ciclo di vita delle piante e vanno lasciati gli spazi di cui hanno bisogno, dobbiamo programmare interventi di cura periodica, evitando le potature dissennate che rendono le piante deboli a rischio malattia”.

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