A- A+
Roma
Raggi e il nuovo Governo, il Pd di Pelonzi: “Ora opposizione senza sconti”

di Valentina Renzopaoli

Raggi raggiante spera in un aiutino del Governo finalmente amico. I poteri per Roma e, soprattutto, qualche risorsa in più per alcune vicende chiave della sua faticosa amministrazione.

Ora che il ministro Calenda è scomparso dal suo orizzonte, può confidare in un percorso in discesa. Non è così convinto il neo capogruppo Pd in Campidoglio, Giulio Pelonzi. “I poteri per Roma? Non ne sarei così convinto con la Lega al Governo”. E dalla sua posizione di minoranza da “assediato”, il Pd lancia la nuova sfida. “Alzare il livello dello scontro in aula Giulio Cesare”

L'M5S governa Roma e ora anche il Governo nazionale. Vi sentite circondati?

“Sono preoccupatissimo di questa alleanza di governo di due movimenti populisti: le radici culturali e anche di consenso della Lega affondano in valori che sono di destra a limite della destra democratica, e ci fanno fare un salto indietro rispetto a un modello alternativo cosmopolita. Per quanto riguarda il popolo M5S che ha dentro anche elettori di sinistra, spero si accorga di essersi alleato con una forza così di destra, e faccia scattare un campanello d'allarme. Certo, a Roma la Raggi spera di usare questo Governo come scudo per gli insuccessi dei suoi due anni di amministrazione”.

Che la Raggi speri nell'aiuto di ministri amici, in primo luogo per ottenere più poteri per Roma Capitale, non le sembra normale?

“La legge sulle aree metropolitane c'è già e i poteri devono arrivare dalla Regione. Zingaretti ha offerto di delegare alcune funzioni un anno fa e il sindaco di Roma le ha rifiutate, se ora volesse rinnovare un dialogo con la Regione, ne saremmo felici perché a giovarne sarebbe Roma. Se parliamo invece di investimenti, la questione è diversa”.

Non è un segreto che la Raggi punti a “saltare” lo scoglio della Regione e ha ottenere risorse direttamente dallo Stato.

“Il vizio di ignorare le leggi dello stato è insito nel modello M5S, se una legge c'è non vedo perché non dovrebbe essere applicata. Detto questo, auspico che a Roma arrivino risorse ma ho i miei dubbi con la Lega al potere”.

Senta Pelonzi, più di qualcuno sostiene che l'opposizione in aula Giulio Cesare è troppo debole, quasi inesistente. Lei che dice?

“Ci stiamo riorganizzando, io sono capogruppo da poco, bisogna cambiare la fase”.

In che senso?

“Alzare il livello dello scontro di opposizione”.

Era troppo basso?

Abbiamo attraversato una fase molto complicata per il clima di forte opposizione che si era creato tra i cittadini, dovuta alla pesante sconfitta elettorale. Qualsiasi cosa dicesse un esponente del Pd veniva criticata, ma ora la fase è cambiata perché i cittadini si sono accorti che la città non è migliorata, e le responsabilità sono di chi amministra. Certo è che dobbiamo cambiare il livello dell'opposizione: da un lato, stringere le maglie organizzative con i capigruppo e consiglieri dei municipi, creando un tavolo per stabilire le priorità. Dall'altro con la segreteria del territorio del partito, creando tavoli che si occupano delle problematiche e producendo iniziative di delibera consigliare”.

Ad esempio?

“Ad esempio stiamo lavorando sulla questione dei Punti verde qualità: è stato approvato un ordine del giorno all'unanimità per definire una delibera di indirizzo e risolvere i problemi; poi all'ordine del giorno c'è la questione della riorganizzazione delle aziende partecipate”.

Questione Atac. La posizione del ministero potrebbe essere determinante per orientare il giudizio del tribunale che si deve esprimere sul nuovo piano industriale. Qual è la vostra posizione?

“Siamo preoccupati, c'è stato un consiglio straordinario chiesto da noi, in cui abbiamo presentato ordine del giorno che elenca i motivi per cui è sbagliata la scelta del concordato, che io definisco una non scelta: abbiamo messo in evidenza le azioni che l'amministrazione potrebbe ancora fare uscendo dal concordato per lenire il debito dell'azienda e renderla di nuovo competitiva”.

Quali?

“Valorizzazione del patrimonio di Atac, razionalizzazione personale a partire dagli inidonei e una politica sulle tariffe. Misure che abbatterebbero il debito del 60%. E' stato invece deciso di non scegliere, scaricando il problema sui tribunali. Il 6 giugno saremo in piazza accanto ai sindacati, che manifesteranno di nuovo uniti”.

C'è un referendum popolare, fissato per l'11 novembre...

“Se si farà... Già si parla di voto on line, di assenza di quorum, se anche in questo caso non ci sarà informazione sul referendum, farlo sarà inutile”.

Tra pochi giorni si andrà al voto nei due municipi ex M5S: la risalita può ripartire da lì?

“In bocca al lupo ai candidati presidenti del centrosinistra nei due municipi, spero che cambi il vento e che ci sia un risultato positivo: la cosa da sottolineare è che si è riformato un centrosinistra unito, trovando energie nuove e giovcani. Questo darà i suoi frutti”.

Iscriviti alla newsletter
Tags:
campidogliogiulio pelonzigoverno lega m5sm5sopposizione pdpdraggiroma






Agenzia Entrate: tre funzionari corrotti in cambio di pranzi al ristorante

Agenzia Entrate: tre funzionari corrotti in cambio di pranzi al ristorante


Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.