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Roma
Regionali Lazio, la sorpresa è la Dc: Azzaro candidato governatore nel Lazio

Elezioni Regionali Lazio 2018. All'Election day del prossimo 4 marzo, la vera sorpresa è la Dc: gli elettori che andranno alle urne potranno tornare a votarla a più di 75 anni dalla sua fondazione. A rappresentare lo storico partito di De Gasperi e Sturzo arriva Giovanni Paolo Azzaro, allievo di Aldo Moro.

 

Candidato alla presidenza del Lazio e al Senato, Azzaro ha spiegato ai microfoni di Radio Centro Suono Sport perché nel 2018 gli italiani dovrebbero ancora una volta mettere una croce sopra il simbolo della Dc: “In questa Regione, dal 1957 al 1985, la Dc ha costruito strade, acquedotti, case popolari, aeroporti. Purtroppo in questi ultimi 25 anni è stata distrutta una gran parte di quanto costruito. Noi siamo gli eredi della Dc storica perché una sentenza della Cassazione prima e del tribunale poi hanno autorizzato a proseguire quella storia anche da un punto di vista giuridico. Noi siamo la Dc fondata da De Gasperi e da Sturzo nel 1942”.

Nonostante fosse troppo giovane per seguire le lezioni di Moro in università, Azzaro racconta al presentatore Patrizio J. Macci il legame col suo mentore: “Aldo Moro era vicino alla mia famiglia: mio padre era deputato, mio fratello era suo allievo, io ero ancora studente del liceo. Ma mentre lui era nella facoltà di scienze politiche, io marinavo la scuola per seguire le sue lezioni di diritto costituzionale. Dopo le lezioni, dialogava per ore con noi studenti, aiutandoci a capire la situazione gravissima in cui vivevamo: è stato un grande maestro”.

La Democrazia Cristiana ha un passato lungo e travagliato e Azzaro non nega legami con alcune figure politiche del quadro attuale, ma spiega: “Ci sono democristiani e democristiani. Io dico solo che in questi ultimi 25 anni, l'ispirazione della Dc di allora che ha ricostruito il paese, realizzando progresso e sviluppo e facendolo diventare la quinta potenza mondiale in pochi anni, da una situazione di difficoltà enorme in cui versava l'Italia, questa Dc non ha avuto più una casa perché tutti coloro che provenivano dalla Dc si sono accasati presso case altrui, ospiti di case altrui, qualcuno a sinistra e qualcuno a destra. Questo è il momento per farle ritrovare la sua casa e la sua espressione originale”.

E per far questo, ha deciso di rispolverare i valori del partito, ma con personalità differenti da quelle del passato: “Io all'epoca ero un giovane democristiano che arrivava mentre la storia stava già per finire. Noi appositamente abbiamo scelto questo slogan: “idee e principi antichi, con volti nuovi”. Abbiamo in lista tutti volti nuovi, abbiamo come capolista un colonnello dei carabiniere, un cassazionista... tutte persone normali”.

Riguardo alle idee politiche e ai progetti futuri, Azzaro prende insegnamento dalla storia della Dc e confida al presentatore di “Mettiamoci una croce”, che tutto ciò di cui parlano i nuovi politici, la Dc lo ha già fatto in passato: “Noi la flat tax l'avevamo già realizzata nel 1980. La pressione fiscale allora era al 27%, oggi è al 45%. Con la flat tax la pressione dovrebbe essere al 30%, noi siamo già andati al di sotto”.

Interrogato sulle problematiche reali dell'applicazione della flat tax, Azzaro spiega: “É applicabile se lo stato è in grado di fare ingenti investimenti pubblici, se lo stato non mette i soldi pubblici in circolazione, la flat tax non è ipotizzabile perché il Pil non cresce e non crescendo il Pil non si può continuare a chiedere tasse ai cittadini. Non necessariamente dovremmo sforare col debito, per fare una cosa simile. Il piano Fanfani funzionò: costruì tantissime case. Bisognerebbe ricominciare a costruire edilizia popolare agevolata e i soldi ci sono, sono presso la Cassa Depositi e Prestiti. Così daremmo risposta ai giovani che non possono accedere al mutuo e alle persone che sono in lista per le case popolari. È un piano decennale, quindicennale come fu quello di Fanfani”.

Medico di professione, il candidato alla poltrona alla Pisana conosce le problematiche in cui versa la Sanità nel Lazio, ma si dice stupito dei livelli che hanno raggiunto. “Due giorni fa ho letto sul giornale che uno dei più grandi chirurghi della Capitale e di questo Paese, che opera in uno dei migliori ospedali di Roma, non visita più. Lui dice che non è più possibile e se i pazienti vogliono, vanno in privato. Il fatto che una persona che non se lo può permettere non possa avere una visita con questo professionista è uno scandalo. Probabilmente non è nemmeno responsabilità sua, perché i posti letto sono limitati. Quindi vanno ampliati perché i cittadini meritano visite di alto livello, specie quando queste possono salvare loro la vita”.

La nuova Dc sembra avere la ricetta anche per superare il problema rifiuti che affligge la Regione, ma soprattutto la Capitale: “Roma non è mai stata così sporca, mai. Bisognerebbe passare da una politica impositiva, a una politica collaborativa. Spieghiamo ai cittadini come si fa la differenziata e premiamo chi la fa bene. Premiamo i rioni che fanno meglio la differenziata e facciamo pagare a questi meno tasse. Una strada che non fa la differenziata, invece, paga le tasse a prezzo pieno”.

Epidemiologo, Azzaro conosce bene i rischi dell'inquinamento e le sue cause, che al contrario di quanto si pensa non sono da ricercare nello smog provocato dai veicoli, ma soprattutto dall'inquinamento causato dagli edifici: “A Roma ci sono moltissimi edifici della pubblica amministrazione che non sono efficientati e consumano moltissima energia. Roma è inquinata, Frosinone è inquinata, bisogna efficientare gli edifici pubblici che devono dare il buon esempio e successivamente gli edifici privati”.

Interrogato dal presentatore Patrizio J. Macci sul tema immigrazione, Azzaro fa una netta distinzione tra chi arriva nel nostro paese con l'intenzione di adattarsi alle leggi e chi lo fa per delinquere: “Bisogna accogliere le persone che hanno difficoltà e integrarle, ma cacciare via chi delinque e si vuole approfittare della situazione. Dobbiamo stampare in tutte le lingue la costituzione, darla a tutti gli stranieri e spiegare che queste sono le regole, se non intendono rispettarle, se ne devono andare”.

 

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